Auto e la sfida idrogeno, Gervasoni è nel futuro: «Iniettori quasi pronti»

INNOVAZIONE. L’azienda della Val Brembilla accelera. Dopo i prototipi, i test e presto la produzione in serie. «Anche componenti per l’elettrico: un mercato green»,

Con un piede già nel futuro a Val Brembilla. La Gervasoni, specializzata nella produzione di minuteria metallica su disegno del cliente, diventa una delle prime realtà italiane ad aver sviluppato iniettori per i motori a idrogeno. «Dopo i prototipi realizzati l’anno scorso - spiega Luca Milani, responsabile vendite e marketing - ora sono in corso i life test e nel giro di un anno e mezzo passeremo alla produzione definitiva in serie. L’uso dell’idrogeno richiede elevati standard in termini di sicurezza e stabilità, perciò usiamo acciaio speciale, brevettato dal nostro fornitore tedesco, che tollera ben 600 bar di pressione, e vanta capacità di resistenza alla corrosione e alla ruggine bianca e rossa».

Azienda nata nel 1961

Innovazione e sostenibilità sono i due pilastri dell’azienda che stanno permettendo di superare le difficoltà degli ultimi mesi (che hanno fatto scattare il contratto di solidarietà fino a luglio per gran parte del personale, con riduzione d’orario). Nata nel 1961 da Bono Gervasoni in un garage di 20 metri quadri con un unico tornio, l’azienda è ha toccato i 43 milioni di fatturato, con 350 dipendenti che lavorano in tre stabilimenti, di cui uno in Bulgaria - «tutti certificati Iso 14001 per l’ambiente», specifica Milani - con un portfolio clienti che comprende i maggiori marchi dell’automotive mondiale.

«Ci stiamo spostando su mercati più ecosostenibili e d’avanguardia»

L’idrogeno è la nuova frontiera dell’azienda di Val Brembilla, che per l’automotive già produce componenti per i motori elettrici. «Ci stiamo spostando su mercati più ecosostenibili e d’avanguardia - sottolinea Milani - visto che le case automobilistiche stanno andando in questa direzione da quando l’Ue ha deciso che dal 2035, potranno essere vendute solo auto elettriche o dotate di tecnologie che azzerino le emissioni».

L’anno scorso il gruppo Gervasoni ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità e, per il suo impegno nel raggiungere obiettivi Esg, ha ricevuto riconoscimenti, tra cui il premio «Obiettivo sostenibilità» al Mecspe, la fiera internazionale di riferimento per la meccanica, come miglior azienda che ha mostrato «vision sostenibile».

«Sostenibilità imprescindibile»

«Se parliamo di sviluppo aziendale, oggi non ci è più permesso non considerare la sostenibilità - sottolinea Bono Gervasoni, fondatore e attuale presidente, mentre suo figlio Graziano è a. d.-. Senza il rispetto per il pianeta non è possibile immaginare un domani sostenibile. In un simile scenario anche le aziende meccaniche sono chiamate a fare la loro parte e ad adottare comportamenti responsabili e sostenibili. Per questo abbiamo deciso di seguire un modello di business che non solo permetta il sostentamento dell’impresa, ma sia anche attento all’ambiente ed al benessere sociale». Principi Gervasoni declina attraverso un codice di condotta per i fornitori («tutte realtà a loro volta certificate, perché l’intera filiera sia sostenibile», aggiunge Milani), ai quali viene chiesto il rispetto di standard di comportamento in fatto di integrità del business, benessere dei lavoratori, ambiente, trasparenza.

«Scegliamo imballi riutilizzati e riciclabili e altrettanto chiediamo di fare ai nostri fornitori. Non solo: per il taglio non usiamo più l’olio nero, derivato dal petrolio, ma oli vegetali, che poi vengono recuperati»

A sua volta l’azienda ha adottato un codice etico dettagliato e ha ridotto l’impatto ambientale della produzione con azioni mirate: «Scegliamo imballi riutilizzati e riciclabili - racconta Milani - e altrettanto chiediamo di fare ai nostri fornitori. Non solo: per il taglio non usiamo più l’olio nero, derivato dal petrolio, ma oli vegetali, che poi vengono recuperati. Anche sul versante delle fonti energetiche ci stiamo spostando verso le rinnovabili: nei nostri stabilimenti stiamo installando pannelli solari su un totale di 1.350 metri quadri».

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