«L’8 per mille, un gesto che genera speranza per le comunità»

LA GIORNATA . Domenica 5 maggio la sensibilizzazione per «una firma che fa bene». Nel 2023 la Diocesi ha ricevuto 1,6 milioni di euro per esigenze di cultura e 1,5 per opere di carità. Progetti su tutto il territorio. L’approfondimento su L’Eco di Bergamo in edicola.

Da sempre, l’8 per mille è «Una firma che fa bene», un moltiplicatore che trasforma le risorse raccolte in migliaia di progetti realizzati sul territorio a sostegno dei sacerdoti, della comunità e delle persone più fragili. Domenica 5 maggio si svolge anche nella nostra Diocesi la Giornata nazionale di sensibilizzazione per le firme in favore della Chiesa cattolica. «Un’occasione – sottolinea don Marco Milesi, responsabile diocesano del Sovvenire (ovvero dell’8 per mille) – per ricordare l’importanza di un gesto molto semplice, che non comporta un esborso di denaro, non è una tassa in più, ma una scelta, accessibile a tutti, una forma di “democrazia fiscale”, che permette di destinare una parte delle imposte pagate allo Stato per i fini che si desiderano». Quest’anno ricorre anche un importante anniversario: «Sono passati quarant’anni – continua don Marco – dal 1984, l’anno in cui è avvenuta la revisione del Concordato tra Chiesa cattolica e Stato italiano e il 20 maggio dell’anno successivo l’8 per mille è diventato legge».

«I mille volti dell’8 per mille»

La campagna nazionale d’informazione di quest’anno mostra «I mille volti dell’8 per mille», quelli delle numerose persone coinvolte, perché grazie ai contributi vengono messi in moto a livello nazionale migliaia di professionisti e volontari: nel 2023 sono stati assegnati oltre 243 milioni di euro per interventi caritativi, 403 milioni di euro per il sostentamento di oltre 32 mila sacerdoti attivi nelle comunità e 352 milioni di euro per esigenze di culto e pastorale, una voce che comprende gli interventi a tutela dei beni culturali ed ecclesiastici, compresi quelli di restauro. Per «esigenze di culto, pastorale e cultura» sono arrivati nella nostra Diocesi 1.612.896 euro.

«Questi interventi – chiarisce don Marco – possono riguardare, per esempio, la ristrutturazione di una chiesa parrocchiale, il tetto, le facciate, gli interni, ma anche il restauro di un dipinto, di un organo, di arredi che raccontano la storia delle comunità. È un aiuto particolarmente prezioso per le comunità più piccole, che a volte custodiscono gioielli d’arte ma sono prive delle risorse necessarie per conservarne la bellezza». Le risorse destinate ai beni culturali, «vengono assegnate – prosegue don Marco – in base a progetti precisi, messi a punto in accordo con la Soprintendenza, e una volta realizzati sono accompagnati da una puntuale rendicontazione». Costituiscono un prezioso investimento sul futuro, «per tramandare questo inestimabile patrimonio alle generazioni future e per sostenere l’indotto economico e turistico locale».

Tra gli interventi realizzati: case di accoglienza, mense, doposcuola e dormitori

Nell’ambito caritativo a livello nazionale 150 milioni di euro sono stati destinati alle diocesi per opere di carità, 13 ad esigenze di rilievo nazionale di cui circa la metà destinati a Caritas Italiana e 80 a interventi a favore dei Paesi più poveri. Alla nostra Diocesi è stata assegnata per questo settore la somma di 1.534.844 euro. «Un sostegno concreto alle persone fragili – osserva don Marco – che non è solo assistenzialismo ma contribuisce alla crescita e al miglioramento delle condizioni delle persone, quindi alla promozione umana». Dietro ogni firma ci sono tante storie da raccontare: i fondi dell’8 per mille permettono infatti di realizzare e portare avanti, anche nella nostra Diocesi, case di accoglienza, dormitori, mense, doposcuola, contribuendo ad alimentare un’articolata rete di aiuto.

Per sostenere l’opera pastorale di 633 sacerdoti, e quindi garantire le attività educative e animative degli oratori e promuovere progetti di valore sociale, missionario e caritativo su tutto il territorio, la nostra Diocesi ha ricevuto 6.165.253 euro. Grazie alle risorse dell’8 per mille la Chiesa non lascia indietro nessuno: poveri, immigrati, disoccupati, anziani, giovani, donne sole e famiglie vulnerabili. «Se non ci fosse la Chiesa e il lavoro straordinario svolto dalla macchina del volontariato – dice Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio nazionale per la Promozione del Sostegno economico alla Chiesa cattolica – ci sarebbe un vuoto enorme».

Risorse e servizi per il territorio

L’8 per mille diventa quindi un potente generatore di risorse e servizi che vengono riversati sul territorio a beneficio di tutti, accendendo circoli virtuosi di solidarietà e mettendo in moto la speranza. «È una scelta alla portata di tutti – ricorda don Marco – anche di chi non ha l’obbligo della dichiarazione dei redditi: ci si può rivolgere in parrocchia per avere chiarimenti e provvedere alla firma di un semplice modulo. Lo stesso procedimento può essere seguito anche da chi presenta la dichiarazione on line, una modalità sempre più diffusa». Scegliere di destinare l’8 per mille alla Chiesa cattolica, conclude don Marco, «esprime la scelta di sostenere la propria diocesi, i sacerdoti, la parrocchia. È una firma che fa bene e permette di fare il bene, destinando risorse a chi ne ha bisogno».

Approfondisci l'argomento sulla copia digitale de L'Eco di Bergamo del 5 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA