Repetto e l’Uomo Ragno: un viaggio da favola nel labirinto dei ricordi

VILLA D’ALMÉ. Al Teatro Serassi la prima dello spettacolo del musicista ex 883: un racconto autobiografico dai toni fiabeschi con canzoni note e inedite, e dialoghi con personaggi virtuali che è stato ben accolto dal pubblico dei fan.

Far pace con se stessi, accettare la propria storia e non smettere mai di sognare. Questi i messaggi cardine dello spettacolo «Alla ricerca dell’Uomo Ragno» che ha debuttato domenica 29 aprile al Teatro Serassi di Villa d’Almè.

Show autobiografico

Uno show autobiografico in cui Mauro Repetto ripercorre la storia degli 883, una delle band più celebri del mercato musicale anni ‘90 di cui è stato componente al fianco di Max Pezzali, raccontandola dal proprio punto di vista. Lo spettacolo, basato su un dialogo immaginario tra Repetto e un adirato Uomo Ragno che cerca di capire chi abbia diffuso la falsa notizia sulla sua morte - chiaro riferimento al pezzo degli 883 «Hanno ucciso l’uomo Ragno» - prende la forma di un racconto dai tratti medievali, in cui i due menestrelli Max e Flash (il soprannome di Repetto in gioventù), cercano di affermarsi nel mercato musicale sino ad arrivare alla corte del «conte» Claudio Cecchetto. Tra disavventure, decine di passi falsi e un pizzico di magia, la narrazione fiabesca ha lasciato lentamente il passo ad una confessione liberatoria, in cui un Mauro più maturo ha raccontato come abbia deciso di lasciare gli 883 in cerca di una propria affermazione che, a detta sua, non ha mai davvero raggiunto ma gli ha permesso di trovare la felicità nel viaggio verso il suo sogno artistico.

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Brani iconici

Lo spettacolo è stato strutturato dai registi Maurizio Colombi e Stefano Salvati in modo da porsi a metà strada tra la rappresentazione teatrale e il concerto, i cui momenti narrativi sono stati intervallati da esecuzioni di pezzi iconici degli 883, inediti e brani dal respiro internazionale cantati per l’occasione dallo stesso Repetto, accompagnato dalla potente voce della cantante Maklin Garcia, dalla chitarra di Marco Guarnerio e da Alex Botta nei panni dell’Uomo Ragno.

Intelligenza artificiale

Ospiti d’eccezione per la serata sono stati gli 883 degli anni ‘90, con cui Repetto ha potuto «chiacchierare» grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale che ne ha ricostruito voci e volti, proiettando i risultati su tre cornici poste a delimitare la scena. Due ore di spettacolo dal sapore nostalgico unito all’unicità dell’effetto anteprima. I due registi sono infatti saliti sul palco prima e dopo l’esibizione, creando dei momenti di dialogo con il pubblico composto perlopiù da appassionati storici degli 883, a giudicare dal volume generale dei cori durante l’esecuzione del brano «Come mai», in modo da avere opinioni e suggerimenti.

Carico di energie

In conclusione, buona la prima per un Repetto carico di energie come non lo si vedeva dai tempi dei balletti in «Nord sud ovest est». La tenuta di palco fuori dal comune, un’ottima voce e la messa a frutto dell’esperienza artistica figlia delle decine di esperienze lavorative post 883, ripagano ampiamente il prezzo del biglietto e l’attenzione dimostrata per l’opinione dei fan fa ben sperare per le future riproposizione dello spettacolo, destinato certamente a diventare ancora più immersivo e coinvolgente di quanto non sia già.

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