La chirurgia bariatrica risolve il caso otto volte su 10

OBESITÀ GRAVE. Il successo dipende molto dall’impegno che la persona adotta nelle modifiche a lungo termine.

Il trattamento e la cura dell’obesità è una delle peculiarità di Humanitas Gavazzeni e del suo consolidato Centro Obesità che offre, alla singola persona, un approccio multidisciplinare alla malattia potendo contare su un qualificato team di specialisti (chirurghi, nutrizionisti, psicologi, endocrinologi etc). L’obesità è una patologia provocata dall’aumento del tessuto adiposo, che accorcia l’attesa di vita e ne peggiora la qualità poiché si associa a diverse malattie di tipo metabolico (diabete tipo 2, colesterolo e trigliceridi elevati), tumorali e a carico dell’apparato cardiovascolare e respiratorio. Di questa patologia cronica complessa che in Italia, secondo gli ultimi dati Istat 2021, si stima colpisca 4 milioni di persone ed è in costante aumento anche nei giovani e giovanissimi, parliamo con Vincenzo Borelli e Bernardo Marzano, responsabili della chirurgia bariatrica del Centro Obesità di Humanitas Gavazzeni.

Dottor Borrelli e dottor Marzano, di fronte a un’obesità accertata (attraverso l’analisi dell’indice di massa corporea), cosa si può fare?

«Innanzitutto, diciamo che l’obesità ha un contributo anche genetico, quindi non è legata solo a un errato stile di vita. Viviamo in una società sedentaria e dove alimentarsi in modo poco sano, purtroppo, ha una forte incidenza. Curare l’obesità significa per la persona malata affrontare un cambiamento radicale della propria vita con l’obiettivo non solo di non acquisire più peso ma, soprattutto, di ridurlo».

Cosa si intende e come agisce la chirurgia bariatrica?

«Si tratta di interventi chirurgici che agiscono riducendo l’appetito attraverso meccanismi ormonali; inoltre, limitano la quantità di cibo che si è in grado di mangiare inducendo un senso di sazietà molto precoce. Con alcuni interventi è anche possibile limitare l’assorbimento di cibo e calorie. Spesso i vari meccanismi agiscono insieme. Se sono possibili varie terapie per combattere una situazione di sovrappeso, quando si deve far fronte a un’obesità importante non resta che ricorrere all’intervento chirurgico».

Cos’è una obesità importante per cui la chirurgia diventa un’opzione terapeutica?

«Quando si ha un indice di massa corporea (BMI) pari a 40 o superiore, o quando il BMI è compreso tra 35 e 39.9 ma legato a una cosiddetta comorbidità, ovvero a problemi di salute derivanti dal peso come ad esempio diabete, ipertensione arteriosa, insufficienza respiratoria».

È risolutiva?

«È una soluzione risolutiva in circa l’80% delle persone affette da obesità grave. Le statistiche dimostrano che, per questi pazienti, le alternative alla chirurgia (percorsi nutrizionali, fisioterapici e/o psicologici) hanno una percentuale di successo a 10-20 anni, inferiori al 10%. Ciò significa che non c’è al momento una valida alternativa alla chirurgia bariatrica. Il successo dipende poi molto dall’impegno che la persona adotta nelle modifiche a lungo termine (idealmente per tutta la vita), sia delle abitudini alimentari sia nello svolgere costantemente attività fisica».

Quali sono i principali interventi che vengono effettuati?

«Sleeve gastrectomy, bypass gastrico, bendaggio gastrico regolabile e interventi malassorbitivi; la scelta di quale intervento adottare è il risultato del confronto tra l’opinione del team del Centro Obesità e quella del malato. Sono interventi chirurgici eseguiti, nella quasi totalità dei casi, in videolaparoscopia, cioè effettuando quattro piccoli tagli cutanei di 0,5-1,5 centimetri sulla pelle. Non vengono posizionati cateteri, sondini e drenaggi, pertanto la ripresa post-operatoria è molto veloce».

Dopo l’intervento il percorso di cura continua?

«Assolutamente sì. È fondamentale tornare ai controlli programmati (1/6/12 mesi e poi una volta l’anno) per incontrare tutto il team. In questo modo il successo della metodica, in termini di perdita di peso e mantenimento del peso ottenuto per tutta la vita, è più semplice da raggiungere».

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