Prezzi, curva stabile. «E resta ancora alto il costo della spesa»

CAROVITA A BERGAMO. Inflazione, la variazione su base mensile passa da 0,3% a 0,2%, quella annuale da 1% a 0,9 per cento. E Bergamo è 3a in Lombardia per percentuale più alta.

Le oscillazioni sono minime, contenute in un decimo di punto percentuale. L’andamento dell’inflazione in Bergamasca è sostanzialmente stabile, stando ai numeri ufficiali, anche se il «polso» del consumatore restituisce una situazione ancora critica per quel che riguarda i prezzi. Secondo i dati diffusi ieri dall’Istat e riferiti ad aprile, in Bergamasca l’inflazione su base annuale (cioè la variazione tra aprile 2023 e aprile 2024) si attesta ora allo 0,9%, contro l’1% della rilevazione precedente; l’inflazione su base mensile (la variazione da marzo ad aprile 2024) stata dello 0,3%, contro lo 0,2% della rilevazione precedente. In altri termini la fluttuazione dei prezzi resta minima, ma sempre col «segno più», senza una vera discesa rispetto all’escalation inflattiva che perdura ormai dalla primavera del 2022.

La dinamica dei prezzi in provincia di Bergamo è lievemente al di sopra della media nazionale: a livello nazionale, infatti, l’inflazione su base mensile è dello 0,1% (contro appunto lo 0,3% di Bergamo) e l’inflazione su base annua è dello 0,8% (contro lo 0,9% di Bergamo).

Consumatori scettici

Questo è quello che dice l’indice generale dei prezzi, il celeberrimo paniere elaborato dall’Istat. I consumatori rivelano però un certo scetticismo rispetto alla concretezza di questi ultimi dati. «La realtà quotidiana di chi fa la spesa – ragiona Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo – racconta di una situazione ancora critica, con i prezzi che sembrano continuare a crescere in maniera più decisa. Forse bisognerebbe ragionare su come viene calcolato questo dato o su una rivisitazione del paniere Istat. Il costo della spesa resta alto anche a Bergamo: le persone che incontriamo ai nostri sportelli fanno fatica, gli stipendi non bastano, e anche quando ci sono degli aumenti salariali sono subito erosi dall’inflazione. Un altro tema piuttosto sentito è legato al fatto che molti prodotti alimentari presentano oggi confezioni più piccole ma allo stesso prezzo di prima: la confezione sembra la stessa ma si riduce la quantità contenuta». Per Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo, «l’impressione è che i dati ormai non fotografino appieno la situazione: è vero che gli aumenti di prezzo non sono più rapidi come un anno fa, quando erano trascinati soprattutto dai beni energetici, ma tra i consumatori non c’è ottimismo. Vedremo ora quali saranno poi le nuove decisioni della Banca centrale europea sui tassi d’interesse, che hanno concreti riflessi sui mutui e dunque sulle famiglie, e occorrerà comprendere gli effetti delle nuove regole sul Superbonus: è un tema che ha parecchio a che fare con i bilanci delle famiglie, anche nell’ottica delle ristrutturazioni che in molti potrebbero dover affrontare per via della direttiva europea sulle Case green».

Di «illusione ottica» parla anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati nazionali dell’Istat: «I prezzi continuano a salire, anche se di poco, si veda il rialzo su marzo».

I rincari maggiori si osservano nei prezzi dei servizi di alloggio (cioè hotel e strutture ricettive extra-alberghiere, +14,4%), pacchetti vacanza (+11,4%), scuole dell’infanzia e istruzione primaria (+6,9%), mentre tra le altre voci più rilevanti si segnalano gli affitti per le abitazioni (+4,5%), i servizi per la ristorazione (+3,4%), i prodotti alimentari (+1,4%)

Il paniere

Ma quali sono le voci del paniere che, secondo l’Istat, stanno «correndo» di più in Bergamasca? Su base annuale, i rincari maggiori si osservano nei prezzi dei servizi di alloggio (cioè hotel e strutture ricettive extra-alberghiere, +14,4%), pacchetti vacanza (+11,4%), scuole dell’infanzia e istruzione primaria (+6,9%), mentre tra le altre voci più rilevanti si segnalano gli affitti per le abitazioni (+4,5%), i servizi per la ristorazione (+3,4%), i prodotti alimentari (+1,4%). Sembra dunque intravedersi il rischio di un caro-vacanze, come spesso accade quando ci si avvicina (meteo permettendo) alla stagione estiva: servizi di alloggio e pacchetti vacanza sono infatti le voci con i rincari maggiori anche su base mensile. Ci sono però anche delle categorie in discesa, almeno per l’Istat: i prezzi di energia elettrica e gas sarebbero oggi più bassi del 23,8% rispetto a un anno fa.

Considerando l’intero paniere, Bergamo risulta la terza provincia lombarda con l’inflazione su base annua più alta, dopo Milano (+1,4%), Varese (+1,1%); in testa alla classifica nazionale ci sono invece Venezia, Siena e Brindisi, tutte al +1,9%.

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