Sull’integrazione vince lo sguardo delle donne - Foto e video

INTEGRAZIONE FILM FESTIVAL. Si aggiudicano la manifestazione il documentario «Scenes with My Father» di Biserka Suran e il cortometraggio «La voix des autres» di Fatima Kaci: le fratture della migrazione e profonda riflessione sul tema dell’accoglienza.

Cala il sipario sulla diciottesima edizione di Integrazione Film Festival. Dopo cinque giorni di proiezioni, con 18 film trasmessi al cinema Lo Schermo Bianco dell’ex centrale elettrica di via Daste e Spalenga, a Bergamo, la kermesse è giunta al termine e le sue giurie hanno proclamato i nomi delle pellicole vincitrici.

Miglior documentario

Il premio più importante della competizione, quello per il miglior documentario, è andato a «Scenes with My Father» di Biserka Suran: la pellicola esplora, attraverso gli occhi di una giovane donna, il misterioso passato di un padre che ormai è diventato uno sconosciuto per la sua stessa figlia.

«Partecipare a IFF è stato un’esperienza unica: mi ha dato tantissime idee per il mio prossimo lavoro. Si tratterà ancora di una storia di famiglia, che si ispirerà alla vicenda biografica di mio nonno», ha spiegato la regista davanti al pubblico del festival.

Il premio per il miglior cortometraggio è stato assegnato a «La voix des autre», della regista francese Fatima Kaci. Il corto racconta la vicenda di Rim, una mediatrice culturale tunisina che aiuta i richiedenti asilo appena arrivati in Francia. La traduzione delle parole dei migranti diventa un pretesto per raccontare la storia personale della protagonista stessa: «Ricevere un premio di questo calibro è per me un conseguimento importantissimo: spero di tornare a Bergamo per uno dei prossimi appuntamenti di IFF», ha dichiarato Kaci.

Tra le altre menzioni del festival, il Premio «Hot Corn» per la migliore interpretazione - novità assoluta della diciottesima edizione della manifestazione - è andato a Yasmine Kéfil, attrice protagonista di «Sur la tombe de mon père», di Jawahine Zentarm.

Lo zoo di Gaza

Una Menzione speciale della giuria è stata assegnata al cortometraggio animato «Zoo», del regista giordano Tariq Rimawi, che racconta il dramma della guerra attraverso la vera storia dello «Zoo peggiore del mondo», a Gaza. Rimawi ha voluto collegare il premio alla difficile situazione umanitaria in Palestina: «Il soggetto di “Zoo” è basato sulla guerra israelo-palestinese del 2013. Il film è stato girato durante il conflitto a Gaza del 2021 e viene trasmesso mentre nella Striscia i combattimenti sono ancora in corso. È un tempismo triste, che ci invita a riflettere: dedico il premio a tutti i bambini che hanno perso la loro infanzia a causa degli innumerevoli scontri che si sono susseguiti nella regione».

Integrazione Film Festival 2024, la serata finale

Le foto della serata delle premiazioni, sabato 18 maggio

Roberto Giussani

Il premio del pubblico

Il premio del pubblico è stato vinto da «A Tropical Boy», del cineasta Lee Jihyeong: la trama della pellicola ruota attorno ad Hano, un ragazzo coreano di 14 anni che viene bersagliato dai bulli per la sua origine multietnica. Infine, le Menzioni speciali «Basso Sebino» e «Inclusione delle Diversità», quest’ultima promossa dall’Università di Bergamo, sono andate rispettivamente a «Sur la tombe de mon père» e al cortometraggio in stop-motion «Spring Roll Dream», della regista vietnamita Mai Vu. Quest’ultima ha dedicato un videomessaggio ai presenti in sala: «Abbiamo girato il film durante la pandemia da Covid-19, in pieno lockdown: ero lontana dalla mia casa, mi mancava la mia famiglia, mi mancava il cibo che cucinavano i miei genitori. Il team con cui lavoro è multietnico, ma tutti abbiamo sentito una profonda nostalgia per la nostra terra natale. Tutti colleghiamo la casa di mamma e papà ai pranzi in famiglia: con il cibo esprimiamo l’amore e l’accettazione, due valori alla base della vita di tutti. Per questo abbiamo deciso di fare degli involtini primavera il soggetto centrale del corto».

Integrazione Film Festival 2024, il video-racconto della giornata finale. Video di Michael Mensah

Anche il riscontro di pubblico del festival è stato senza precedenti: alle 18 proiezioni e ai 10 eventi collaterali hanno infatti partecipato oltre 2.500 spettatori. «Negli ultimi anni, a Bergamo si è verificato un profondo cambiamento di sensibilità, con una forte apertura alle diversità: la tematica dell’inclusione è importantissima per la nostra città», ha concluso l’assessore alla Cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti.

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