Kiko, 16 anni, Madre filippina, padre italiano. Un presente desolato nella periferia friulana e un grande sogno nel cuore. Suo padre è morto. E Kiko vive con la madre e il nuovo compagno di lei, Ennio, che gestisce cantieri edili impiegando, e sfruttando, i clandestini, tra cui Kiko stesso. A scuola rischia la bocciatura, a casa va male per via dei pessimi rapporti con Ennio. Kiko vive una vita che vorrebbe diversa in tutto. Un vecchio autobus abbandonato è stato eletto da Kiko come un rifugio. E' lì dentro che si rannicchia per entrare in contatto con i propri sogni, tanto lontani dal mondo che lo circonda. Un giorno incontra Ettore, sessantenne, professore in pensione. Lui era amico di suo padre e gli offre una possibilità: lo aiuterà nello studio. Con Ettore Kiko comincia ad appassionarsi allo studio, ad avere voglia di conoscere, a non arrendersi a un destino già scritto. Ed Ettore nasconde anche un segreto... Quarta prova dietro la macchina da presa per Vittorio Moroni (“Tu devi essere il lupo”) che dirige e sceneggia un lungometraggio drammatico ricorrendo a uno stile documentaristico. E' profondamente intriso di ottimismo, di speranza “Se chiudo gli occhi non sei più qui”. L'importanza di avere una guida nei momenti cruciali dell'esistenza, i grandi interrogativi che da sempre animano i pensieri e le inquietudini degli uomini, la possibilità che la conoscenza apre di cambiare il proprio futuro. Ecco alcuni dei temi toccati dalla pellicola presentata al Festival Internazionale del Film di Roma 2013.