In Israele non c'è né il matrimonio civile né il divorzio civile. Solo i rabbini possono legittimare un matrimonio o il suo scioglimento. Ma la dissoluzione del legame coniugale è possibile solo con il pieno consenso del marito, che alla fine ha più potere che i giudici. Da cinque anni Viviane Amsalem cerca con tutte le sue forze di ottenere il divorzio dal marito Elisha, davanti all'unica autorità che in Israele possa concederglielo: il tribunale rabbinico, appunto. Lei vuole soltanto essere una donna libera. Ma il processo si rivela sin dall'inizio un iter estenuante a causa dell'intransigenza di Elisha e dell'ambiguo atteggiamento dei giudici. La determinazione di Viviane non si piega neppure quando il "processo" si trascina con una flemma malsana e con i suoi risvolti dolorosi e assurdi a un tempo. Dopo "Ve'Lakhta Lehe Isha" (2004), "Shiva" (2008) Ronit Elkabetz e il fratello Shlomi Elkabetz tornano a dirigere e sceneggiare una pellicola drammatica che vede la stessa Ronit Elkabetz interpretare la protagonista (Viviane Amsalem)