La maligna entità Bughuul torna a seminare terrore e morte. Dopo il successo di “Sinister” (2012) arriva nelle sale l'immancabile sequel, con un cambio alla regia, Scott Derrickson, infatti, lascia il testimone a Ciaran Foy (“Citadel”). Ritroviamo James Ransone nei panni del vice sceriffo senza nome che, ora, abbandonata la stella, ha deciso di intraprendere la carriera di investigatore privato del soprannaturale, determinato a distruggere ogni casa in cui Bughuul si sia manifestato. Le sue indagini lo porteranno a incontrare Courtney e i suoi due figli, i gemelli Zach e Dylan. L'inizio è di quelli “promettenti”. Almeno per un film horror. I membri di una famiglia vengono appesi, come fossero spaventapasseri, in un campo di granoturco e quindi bruciati vivi... Niente paura (almeno non per il momento), si tratta solo del brutto sogno di un ragazzino, al secolo Dylan Collins, nove anni. Dylan, da qualche tempo, è tormentato da incubi. Un gruppo di bambini spettrali, guidato da un ragazzo di nome Milo, gli fa visita ogni notte, costringendolo a guardare vecchi filmati in Super 8 che immortalano truculente stragi familiari. Al momento Dylan vive insieme al fratello gemello Zach e alla madre Courtney in una fattoria. La donna è in fuga da un marito violento. Ignora che in quello che crede un rifugio siano stati perpetrati atti di indicibile crudeltà e che il male sia pronto a colpire di nuovo.