Dopo una missione fallita, un soldato, Mike Stevens, di ritorno al campo base inavvertitamente poggia il piede su una mina antiuomo e si ritrova bloccato nel deserto. E' solo. Non può più muoversi: una volta che il peso attiva la mina, non c’è modo di disinnescarla, e alla minima variazione di peso essa esplode. Mike è immobile nel bel mezzo uno spazio che appare senza limiti allo sguardo. In attesa di soccorsi, per due giorni e due notti, i più lunghi della sua vita, esposto alle intemperie, Mike deve tentare di sopravvivere ai pericoli del deserto e di resistere al'angoscioso peso psicologico e fisico che la terribile situazione porta con sé. La situazione esteriore del soldato immobilizzato su una mina trova corrispondenza nella situazione mentale, interiore del protagonista. Fisicamente vorrebbe muoversi, ma non può farlo, interiormente si ritrova faccia a faccia con i conflitti che lo tormentano. Una situazione estrema che diviene una metafora della condizione umana. Un promettente esordio alla regia di un lungometraggio per gli italiani Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, che firmano anche la sceneggiatura, alle prese con una produzione di respiro internazionale. Protagonista praticamente assoluto del film è Armie Hammer (già ammirato in " The Social Network" nel 2010, "The Lone Ranger" nel 2013, "Entourage" e "The man from U.N.C.L.E." nel 2015 ). Al cast del film si aggiungono Annabelle Wallis (già protagonista dell’horror "Annabelle" 2014) e Tom Cullen (che ricordiamo nel cast della serie tv "Downtown Abbey" e protagonista del cult "Weekend" 2011).