Applausi a prescindere
per German Denis

Ormai è ininfluente, siamo all’ultima giornata e si pensa già al futuro, ma è pur sempre Atalanta-Milan.

Una sfida di prestigio che potrebbe consentire ai bergamaschi di regalare sul filo di lana ai tifosi, sabato sera al Comunale, la prima vittoria casalinga dell’annata contro una grande, sia pure decaduta come deve ormai essere considerato il club rossonero. Il bilancio contro Juventus (0-3) e Inter (1-4) è stato disastroso per i risultati e onorevole per il gioco, in quanto la squadra - al di là delle batoste - ha lottato con onore. Contro il Milan di Pippo Inzaghi, al 99,99% al suo ultimo match sulla panchina rossonera, l’Atalanta avrà la possibilità di riscattare parzialmente un rendimento interno molto deludente (4 vittorie, 7 pareggi e 7 ko) e congedarsi dal campionato con un risultato che dia un po’ di entusiasmo al popolo nerazzurro. Anche in ottica campagna abbonamenti: l’Atalanta si è salvata, i tifosi sono notoriamente fedelissimi e innamorati pazzi della squadra nerazzurra, ma nel corso di questo campionato si sono divertiti ben poco e dunque c’è da tirar su un po’ il morale ai supporter della Dea. E in estate ci vorrà un calciomercato intelligente e accattivante per trainare la corsa all’abbonamento.

C’è più di un motivo d’interesse per Atalanta-Milan. C’è in primis Denis che rientra dalle cinque giornate di squalifica rimediate per il pugno rifilato a Tonelli dopo Atalanta-Empoli. Il Tanque, quattro gol in tre giornate (decisivo contro Sassuolo, Roma ed Empoli) prima del gesto di follia, è a quota 8. Con una doppietta balzerebbe in doppia cifra per il quarto campionato consecutivo in maglia nerazzurra e c’è dunque da prevedere che Denis - letale pure nel duello d’andata a San Siro (1-0 con un suo gol) - darà il 110% per centrare l’obiettivo.

In settimana il 33enne centravanti ha rivelato che un giorno vorrebbe giocare ancora per l’Indipendiente, l’ultima sua squadra in Argentina prima di approdare in Italia, sottolineando nel contempo di avere due anni di contratto con l’Atalanta e di stare bene a Bergamo. Non si sa quale sarà il suo futuro, ma non è escluso che quella contro il Milan possa essere la sua ultima partita con la maglia nerazzurra, anche perché nelle gerarchie della squadra Pinilla ha conquistato ormai la pole position. E per chi è stato sempre il primattore magari è dura diventare un comprimario, sia pure di lusso. A prescindere da cosa riserverà il futuro, prepariamoci a applaudire un attaccante che ha trascinato l’Atalanta per quattro anni giocando sempre con grande professionalità e dedizione.

C’è inoltre Jack da riabbracciare. Bonaventura è stato tra i pochi a salvarsi nella disgraziata stagione rossonera. La sua partenza si è sentita moltissimo all’Atalanta, forse più di quanto si pensasse, ed è stata una delle cause dell’annata storta nei nerazzurri, raddrizzata soltanto quando il suo sostituto, ovvero Gomez, ha dato un calcio alle scorie ucraine dimostrando il suo valore.

E non scordiamoci Pippo Inzaghi. Non più il Superpippo del 1996/97, quando vinse con l’Atalanta del Mondo, di Morfeo e Lentini, il titolo di capocannoniere della serie A con 24 gol, non più il Superpippo rossonero che segnò due gol nella finale di Champions League contro il Liverpool nel 2007, ma un allenatore che si sta congedando con grande dignità dalla sua avventura sulla panchina rossonera. Dalle stelle alle stalle con copyright Berlusconi che con i suoi proclami continua a nascondere lo scarso valore della rosa del Milan.

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