Negli scatti dei suoi fotografi
un secolo di storia di Bergamo

Dai primi dagherrotipi fino agli anni '90: il Museo storico di Bergamo diventa un'immensa enciclopedia illustrata della storia e del costume. Il materiale fotografico del museosarà messo in sicurezza grazie alla creazione di due sale climatizzate.

Dai primi dagherrotipi fino agli anni '90: il Museo storico di Bergamo diventa un'immensa enciclopedia illustrata della storia e del costume. Il vastissimo materiale fotografico del museo di Città Alta sarà messo in sicurezza grazie alla creazione di due sale climatizzate nel convento di San Francesco, con spazi espositivi e per la scansione delle foto.

Il progetto «Per un archivio storico della fotografia a Bergamo» - presentazione giovedì 18 alle 17.30 nella sala capitolare del Convento di San Francesco di Piazza Mercato del fieno - illustrato alla presenza anche i fotografi Pepi Merisio e Alfonso Modonesi, con Emilio Moreschi (Fondazione Bergamo nella storia) e Roberta e Roberto Sestini, dell'omonima fondazione. 

I lavori per realizzare i nuovi spazi di deposito nel Convento di San Francesco - dove conservare nelle migliori condizioni di temperatura, umidità e sicurezza pellicole, lastre e immagini - si faranno quest'estate, grazie al contributo di 100 mila euro della Fondazione Sestini.

L'archivio fotografico del Museo storico risale al 1916. La svolta tra il 2000 e il 2006, quando il museo ricevette in deposito dalla Fondazione Sestini  l'archivio raccolto dal fotografo Domenico Lucchetti, che comprende decine di migliaia di scatti fotografici e negativi, questi ultimi su lastra di vetro e pellicola.

A questo si è aggiunto più di recente –nel luglio 2012- l'arrivo dell'archivio del fotografo Fausto Asperti, sempre grazie a un'acquisizione della Fondazione Sestini. Si tratta di una raccolta estremamente vasta, composta di circa 400 mila negative che comprende l'antico fondo del fotografo Arturo Mauri (1879-1943).

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