Malattie mieloproliferative
Barbui unico europeo a New York

Tiziano Barbui, direttore scientifico della Fondazione di Ricerca Ospedale Maggiore, sarà tra gli otto relatori - unico non statunitense -, che interverranno al quinto International Patient Symposium on Myeloproliferative Diseases che si terrà mercoledì 4 novembre a New York. Si parlerà di malattie mieloproliferative, cioè malattie croniche che portano ad una esagerata produzione di cellule del sangue, non motivata da reali necessità dell’organismo, ma causata da una cellula staminale malata, con conseguenti disturbi della circolazione e rischi di trombosi.

Ad ascoltare i progressi più recenti fatti dalla ricerca internazionale in questo campo, dalla voce di clinici provenienti dai più prestigiosi centri al mondo, non ci sarà la comunità scientifica, ma i diretti interessati a questo lavoro: la platea sarà infatti composta da 300 pazienti affetti da malattie proliferative.

“Solitamente un medico che fa ricerca, come nel mio caso, viene invitato a parlare a congressi a cui partecipano esclusivamente clinici o esponenti del mondo scientifico – ha commentato Tiziano Barbui, già primario ematologo e direttore del dipartimento di onco-ematologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo -. La peculiarità di questo simposio sta nel pubblico che incontreremo e a cui ci rivolgeremo: non saranno colleghi, ma persone affette dalle malattie che ogni giorno curiamo e su cui tanto stiamo lavorando nel campo della ricerca con ottimi risultati. Saranno quindi persone particolarmente motivate e interessate ai temi trattati perchè sono argomenti che toccano la loro stessa vita. Per questo essere stato invitato a questo originale evento mi riempe di soddisfazione: potrò rivolgermi direttamente alle persone per le quali ogni giorno io e tanti clinici degli Ospedali Riuniti sotto l’egida di FROM lavoriamo per dare loro un futuro sempre migliore”.

Oltre a Tiziano Barbui interverranno al simposio due ricercatori della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota), uno della John Hopkins University di Baltimora (Maryland), due dell’MD Anderson Cancer Center di Huston (Texas), uno del Weill Cornell Medical Center di New York e il chairman della MPD Foundation di Chicago, organizzazione promotrice dell’iniziativa.

“A rendere la mia partecipazione ancora più significativa è il fatto che sono l’unico medico non americano ad essere stato invitato e rappresenterò l’unico centro non statunitense ad essere stato coinvolto – ha proseguito Barbui -. È una bella soddisfazione per me e per gli Ospedali Riuniti, da tempo impegnati con buoni risultati nello studio di queste malattie. Nel corso dell’intervento che terrò a New York parlerò di come negli ultimi anni in Europa siano stati fatti progressi di grandissimo rilievo, che hanno migliorato molto le nostre conoscenze sui meccanismi che conducono a queste malattie, e quindi le nostre capacità di diagnosi e di cura.”

Grazie al lavoro congiunto dei ricercatori europei e statunitensi nel 2005 è stato scoperto che alcune di queste malattie sono causate da una mutazione del gene JAK-2. Ciò ha permesso di modificare i vecchi criteri diagnostici prendendo come marcatore la lesione genetica di JAK-2. Questa scoperta oggi consente di anticipare la diagnosi a quando i pazienti sono ancora asintomatici, in modo da adottare precocemente ogni procedura di prevenzione e ridurre l’incidenza di eventi vascolari. Oggi questo esame è eseguito in quasi tutti i laboratori italiani. È stato anche messo a punto un farmaco intelligente contro la lesione genetica che interferisce direttamente con il metabolismo alterato delle cellule malate impedendogli di sopravvivere.

“Quella dello studio di nuove terapie è un settore in grande fermento – ha concluso Barbui -. Molti centri al mondo, compresa l’Ematologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo, sono oggi impegnati nella sperimentazione di farmaci intelligenti diretti ad inibire le mutazioni genetiche coinvolte in queste malattie, intesi quindi ad eliminare esclusivamente quelle cellule che in maniera incontrollata producono sangue anche se non richiesto dalle necessità dell’organismo.”

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