Albino, parla il padre di Sara
«Più denunce al marito violento»

Lo sfogo di Mohammed: l’aveva maltrattata altre volte e provocava delle risse. Venerdì la convalida per l'uomo e l’amante di 16 anni.

Venerdì è il giorno della convalida per i due amanti accusati di aver ucciso con ventiquattro coltellate, martedì notte, la diciannovenne Sara El Omri. Già interrogati dalla Procura (le indagini sono affidate al sostituto procuratore Raffaella Latorraca), la coppia dovrà rispondere alle domande dei Gip. Lui, Amine El Gahazzali, marocchino 25enne marito della vittima, si trova nel carcere di via Gleno. L’amante, J.S., sedicenne di origini kosovare e residente in Svizzera, incinta di sei mesi, è invece nel carcere minorile Beccaria di Milano, dove sarà interrogata dal Gip del tribunale dei minori di Brescia.

Intanto, le dichiarazioni dei testimoni hanno fornito ulteriori informazioni utili e importanti, che confermerebbero le ipotesi accusatorie verso gli amanti.

Un matrimonio difficile quello tra Sara El Omri e Amine El Gahazzali. Il «sì» pronunciato nel settembre del 2013 nel municipio di Cene e una vita a due che anziché crescere con l’arrivo di un figlio (lui l’aveva costretta ad abortire un anno fa) si è spezzata con l’arrivo di una giovane amante. Da una settimana i tre vivevano nella stessa tenda, sul greto del Serio, e proprio sulla pista ciclopedonale che costeggia il fiume, ad Albino, la giovane tradita è stata uccisa dopo le 22,30 di martedì.

Il padre Mohammed parla della sfortunata figlia, tradita da chi l’aveva convinta a sposarlo e poi l’ha uccisa in maniera barbara. «Essersi messa con quell’uomo è stato un errore – racconta il padre –. Il marito avrebbe potuto lasciarla, ma non ucciderla in quel modo. Noi l’abbiamo sempre trattato bene, non mi aspettavo tanta cattiveria e crudeltà, ora mi aspetto solo che venga fatta giustizia e che chi l’ha uccisa sia punito come merita».

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