Al Parlamento europeo
per le politiche energetiche

Dossier fondamentali di politica energetica, politica industriale e telecomunicazioni che riguardano direttamente la vita di tutti i giorni dei cittadini: è quello che transita presso la Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento Europeo (Itre). Vicepresidente della commissione è l’europarlamentare italiana Patrizia Toia, suo assistente parlamentare è il bergamasco Niccolò Querci, 29 anni, nato e cresciuto tra i quartieri di San Tomaso e Villaggio degli Sposi.

Laureato in Relazioni internazionali alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Milano, Niccolò ha ottenuto un Executive Master in Studi sull’Unione europea presso l’Université Libre di Bruxelles (focalizzato sulle politiche dell’energia) e dal settembre 2012 vive nella capitale belga e lavora come policy advisor al Parlamento Europeo.

Inizio casuale

Niccolò ricorda con piacere l’esperienza universitaria milanese: «Una laurea specialistica di ottimo livello: l’università italiana è sottovalutata, fornisce un’eccellente base teorica sia a livello qualitativo sia quantitativo. Manca solo un approccio pratico che potrebbe maggiormente aiutare nel mondo del lavoro». La svolta è arrivata in maniera sostanzialmente casuale: «Terminato il periodo di studi legato al progetto Erasmus svolto proprio a Bruxelles, ho avuto l’opportunità di fare uno stage nell’ufficio dell’onorevole Toia: la soddisfazione lavorativa è stata reciproca e di fatto non me ne sono più andato». Patrizia Toia, già ministro per le Politiche comunitarie e poi per i Rapporti con il Parlamento tra fine anni ’90 e inizio anni 2000, in questa legislatura è membro del gruppo «Socialisti e Democratici» e capodelegazione del Partito democratico; nel suo staff Niccolò segue le questioni energetiche, i temi legati alla cooperazione allo sviluppo e, in parte, anche la gestione dei social network.

Sono le commissioni parlamentari il cuore pulsante dell’attività del Parlamento europeo: «Nelle commissioni – spiega Niccolò – si svolge il vero lavoro parlamentare: sono frequenti i confronti con gli altri deputati, i rispettivi collaboratori e i portatori d’interesse. Lì si presentano e si discutono gli emendamenti alle proposte sulle quali l’Europarlamento è co-legislatore: la proposta legislativa, una volta approvata nella commissione, passa nell’assemblea plenaria dove in realtà le possibilità di intervento e di nuove modifiche sono limitate».

Veramente importanti le tematiche affrontate dalla commissione Itre: «Ora mi sto occupando del cosiddetto “Pacchetto energia pulita”, provvedimento legislativo che riguarda l’efficienza energetica, la ristrutturazione e il miglioramento del rendimento energetico degli edifici, l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile». Secondo le proiezioni della Commissione europea, il piano potrà mobilitare 177 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati ogni anno dal 2020 al 2030, termine entro il quale si punta al raggiungimento dell’obiettivo del 27% di energia prodotta in Europa da fonti rinnovabili (addirittura il 50% per l’elettricità).

Uno sguardo sulla realtà circostante ci mostra tuttavia come l’Unione europea stia chiaramente attraversando il suo periodo di massima crisi, non solo a livello economico ma anche e soprattutto sociale e di legittimazione popolare: «Prima di arrivare qui avevo un’idea piuttosto nebulosa di cosa fosse l’Europa – commenta Niccolò – e vista da dentro ne capisci l’importanza ma anche i grandi freni. È un progetto incompiuto, per realizzarlo servirebbero personalità politiche competenti e coraggiose: si tratta infatti di una crisi innanzitutto politica e solo la politica può risolverla. Occorre analizzare senza pregiudizi perché l’Europa sia percepita come la causa di tutti i problemi: è necessaria pertanto un’Europa più vicina ai cittadini e anche una maggiore informazione sull’importanza dei provvedimenti che si adottano nelle istituzioni dato che il 70% della legislazione italiana deriva da norme europee. E il sistema Italia, per contare di più, deve imparare a “fare squadra” in Europa: deputati, funzionari e portatori d’interesse devono sviluppare insieme una strategia per il Paese».

A Bergamo Niccolò torna durante alcuni fine settimana nel corso dell’anno, mentre in Belgio è entrato in contatto con la variegata comunità italiana e ha ottimi rapporti con i colleghi di tutti i gruppi politici («a livello di staff le differenze partitiche non si sentono»). Uno degli attentati che hanno scosso la capitale belga il 22 marzo dello scorso anno è avvenuto su un treno che viaggiava tra Maalbeek e Schuman, la stazione della metropolitana che serve proprio il Quartiere Europeo: «Bruxelles è una città multiculturale e molto viva, una “piccola Londra”. Presenta però molti problemi a livello di integrazione e alcuni quartieri soffrono situazioni sociali complicate: forte risulta infatti il contrasto tra il luccichio delle istituzioni da una parte e i quartieri dell’immigrazione araba dall’altra».

Niccolò parla inglese, francese, spagnolo e ha iniziato a studiare il cinese; nel tempo libero ama viaggiare («Cina e Israele sono tra le mie passioni»), colleziona sciarpe di squadre di calcio da tutto il mondo («ne ho più di 200, l’ultima del Baoding Rongda, formazione della serie B cinese») e ha un nuovo progetto pronto a decollare: «Sono diventato Beer Sommelier frequentando un corso alla Beer Academy di Londra e l’intenzione è quella di organizzare serate di degustazione professionale sia a Bruxelles sia nella Bergamasca».

Nel frattempo il lavoro è intenso, l’esperienza sicuramente formativa e non mancano i propositi per l’avvenire: «Mi sto preparando ai concorsi per diventare funzionario dell’Unione europea: il sogno sarebbe un incarico in Commissione europea presso la Direzione generale per l’energia». Senza però disdegnare un’eventuale esperienza istituzionale diversa, ad esempio a livello ministeriale in Italia, «perché prima o poi si torna sempre a casa e in futuro mi piacerebbe dare il mio contributo portando in dote quello che sto imparando qui».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per sei mesi l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].

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