«Anche le parole
possono uccidere»

«Anche le parole possono uccidere». Questo è il titolo della campagna di sensibilizzazione presentata a Roma, alla Camera dei Deputati. La campagna di sensibilizzazione sul tema della lotta alla discriminazione è realizzata da Famiglia Cristiana assieme ad Avvenire, alla Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), di cui anche il Santalessandro fa parte e all’agenzia di pubblicità «Armando Testa».

Patrocinata dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica, ha preso il via su Avvenire, Famiglia Cristiana e sui 190 settimanali diocesani d’Italia, attraverso le edizioni cartacee e digitali, e sarà veicolata in forma di locandine in un circuito di 10mila parrocchie, oratori, scuole.

Il linguaggio utilizzato è quello tipico della comunicazione pubblicitaria, che contempla codici visivi e testuali particolarmente immediati e incisivi: si vedono alcuni volti «trafitti» da parole denigratorie, frutto di pregiudizi, che assumono la forma di proiettili. Negro, terrorista, ladra e ciccione, queste le quattro parole utilizzate. Quattro insulti che colpiscono chi li riceve come un colpo in testa. E il messaggio finale è: «Anche le parole possono uccidere. No alla discriminazione. L’altro è come me».

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