Formigoni indagato: «Ridicola
l'accusa di inquinamento»

Inquinamento atmosferico con il superamento del limite delle polveri sottili nel 2009 oltre il tetto di 35 volte. E' questo il fulcro della vicenda nata da due esposti del Codacons dove il presidente della giunta regionale Roberto Formigoni, quello della Provincia Guido Podestà e il sindaco Letizia Moratti hanno ricevuto un avviso di garanzia che nel freddo linguaggio tecnico parla di «getto di cose pericolose in luogo pubblico».

«E' un'accusa ridicola ha commentato Formigoni - che non sta nè in cielo nè in terra».

In virtù dell'incarico ricoperto, i tre amministratori pubblici avrebbero avuto il dovere di impedire l'emissione di polveri sottili (le cosiddette Pm10) oltre il limite di 50 microgrammi, limite superato per più di 35 volte. L'indagine servirà appunto a verificare se corrisponde alla realtà quanto c'è scritto negli esposti del Codacons datati 2007 e 2009. Sulla base della prima denuncia la procura di Milano, spiega l'aggiunto Nicola Cerrato (assegnatario del fascicolo insieme al pm Giulio Bendetti) aveva chiesto l'archiviazione.

Il gip Marina Zelante aveva però rigettato l'archiviazione ordinando nuovi accertamenti. Nel frattempo era arrivato in procura un altro esposto del Codacons. Ma è in riferimento al primo che i pm hanno deciso di inviare gli avvisi a Formigoni, Podestà e Letizia Moratti. «Per tutelarli, per consentire loro di difendersi al meglio nel corso delle indagini» è la spiegazione di Cerrato che indirettamente risponde all'avvocato Mario Brusa, legale di Formigoni, che aveva affermato: «Non era indispensabile l'iscrizione nel registro degli indagati, perchè in casi del genere i pm hanno ampia discrezionalità. Insomma già vanno tutti i giorni in Regione a prendere carte e documenti, che bisogno c'era?».

Nelle sue denunce il Codacons fa riferimento a uno studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e afferma: «In sostanza nelle 13 città oggetto dello studio, Torino, Genova, Milano, Trieste, Padova, Venezia, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania, Palermo, a causa dell'alta concentrazione del PM10 muoiono in media 8.220 persone l'anno, il che equivale al 9% della mortalità degli over 30 per tutte le cause esclusi gli incidenti stradali».

«Insomma - sostiene il comitato dei consumatori - il sindaco può e deve bloccare la circolazione dei veicoli. Eppure, nonostante in queste città la soglia dei 35 giorni sia stata abbondantemente superata, il blocco della circolazione per esempio nel 2005 o è avvenuto in modo sporadico e per un numero di giorni spesso inferiore ai 3 giorni in un anno, o non è avvenuto affatto».

«L'art. 39 del Decreto Ministeriale - è sempre il Codacons che scrive - stabilisce infine che «in caso di mancata attuazione, da parte del sindaco, delle misure previste dai piani e dai programmi regionali, le suddette misure sono adottate, in via sostitutiva, dalla Regione, ai sensi della vigente normativa. Ma, nonostante l'ampio numero di giorni di superamento dei limiti, né il presidente della Regione, né il sindaco della città rientranti nella giurisdizione di competenza dell'Ill.mo procuratore della Repubblica adito, hanno ritenuto di dover prendere provvedimenti urgenti che potessero ridurre i valori degli inquinanti ed in particolare non hanno bloccato, o hanno troppo poco spesso, la circolazione dei veicoli».

All'avviso di garanzia relativo a reati ambientali consegnato oggi al presidente della Regione Lombardia si potrebbe aggiungere nei prossimi giorni anche un'altra informazione di garanzia, questa volta relativa alla costruzione della casa dello studente di L'Aquila. A dirlo è stato lo stesso Formigoni durante una conferenza stampa tenuta questo pomeriggio in Regione. La procura della città abruzzese sta infatti conducendo un'inchiesta per la casa dello studente di L'Aquila, costruita dalla Regione Lombardia per una spesa di 7,5 milioni di euro su un terreno messo a disposizione della Curia. Secondo la procura, che ipotizza i reati di peculato e distrazione di fondi pubblici, la giunta regionale lombarda guidata da Formigoni avrebbe finanziato con denaro pubblico un'opera che fra 30 anni finirà nel possesso della Curia vescovile aquilana, che ha concesso in comodato il terreno sui cui è nata la struttura.

La procura ha inviato una relazione alla Corte dei Conti per la verifica dell'ipotesi di danno erariale. Il contratto prevede la concessione in comodato del terreno per 30 anni, trascorsi i quali, la Curia diventerà titolare dell'immobile. La vecchia casa dello studente de L'Aquila era crollata nel terremoto del 6 aprile scorso causando la morte di otto studenti: la Regione Lombardia si era offerta di costruire a sue spese la nuova struttura e di donarla al comune abruzzese. La nuova casa dello studente, terminata in soli 90 giorni, è stata inaugurata lo scorso 4 novembre.

«Dunque - ha ironizzato Formigoni - hanno finalmente trovato il modo di incastrare il presidente della Lombardia, sulla base di una denuncia presentata da non si sa chi. Tutto ciò è la ripetizione esatta di qualcosa già avvenuto negli anni scorsi, ma che allora aveva visto i pubblici ministeri archiviare le denunce presentate». In effetti il caso è analogo a quanto accaduto nel 2006 quando il presidente della Regione (Formigoni) e il sindaco di Milano (Albertini) furono destinatari di una denuncia in tema di lotta all'inquinamento atmosferico, che il pm Grazia Colacicco archiviò. «Segnalo - ha insistito Formigoni nella conferenza stampa - che i provvedimenti in vigore nel 2005 e che hanno determinato l'archiviazione di allora sono in vigore anche oggi, anzi sono stati significativamente rafforzati e con il piano d'azione ulteriormente migliorati: eppure il pm non ha ritenuto di seguire il luminoso esempio dei suoi predecessori».

In effetti, non solo gli esposti nei confronti degli amministratori lombardi e milanesi sono finiti nel nulla, ma anche quelli nei confronti di altri sindaci e presidenti di Regione. «Al cittadino - ha proseguito Formigoni - sorge a questo punto una domanda: come si spiega su fattispecie del tutto identiche una così radicale differenza di comportamento, l'archiviazione allora, l'avviso di garanzia oggi? Vuoi mai vedere che il pm di oggi abbia, in questo caso sì, rinnovato la tradizione di suoi predecessori che sempre hanno accompagnato le campagne elettorali di Formigoni con avvisi di garanzia?. Ho affrontato 10 processi - ha ricordato Formigoni - che si sono conclusi con 10 assoluzioni. Tutti gli avvisi di garanzia che ho ricevuto, anche quando associati a rinvio giudizio, sono finiti in nulla».

Formigoni ha anche fatto rimarcare che «Regione Lombardia è un luogo aperto: ho fatto della trasparenza uno dei punti forti del mio governo. Si può dire che quasi quotidianamente vengono prelevati, da parte di ufficiali incaricati, documenti o copie per essere sottoposti, come è normale e giusto che sia, all'attività ispettiva e di controllo. Ora sembrerebbe strano e del tutto inutile che per prelevare dei documenti si sia scelto ritenuto di mandarmi un avviso di garanzia. E' un falso garantismo, questo. Evidentemente viviamo in tempi in cui tutti dobbiamo permanentemente ritenerci iscritti nel registro degli indagati, anzi converrebbe chiederne l'iscrizione preventiva in tutte le materie».

Alla fine Formigoni ha detto, sempre ironizzando, di attendersi «un altro avviso di garanzia, questa volta dall'Aquila, per una 'colpa' in questo caso più chiara: di aver realizzato una Casa dello Studente da 128 posti nel tempo record di 87 giorni. Un'azione della quale sono e sarò sempre orgoglioso. Casa dello Studente costruita sul terreno messo a disposizione (gratuitamente per 30 anni) dalla Curia, e da noi consegnata al Comune di L'Aquila. Il terreno tornerà alla Curia, che ne è proprietaria, fra 30 anni, quando la residenza, costruita in legno, avrà terminato di essere agibile e dovrà essere rimossa ed eventualmente ricostruita. Se qualcuno conoscesse davvero le leggi - ha concluso Formigoni - manderebbe certi esposti direttamente nel cestino della carta straccia. Ahimè, sono tempi in cui non sempre le leggi sono adeguatamente conosciute».

© RIPRODUZIONE RISERVATA