Mons. Beschi agli Ospedali Riuniti
Il Natale più bello fra bimbi e neonati

«Questo è senza dubbio il luogo più bello dove festeggiare la nascita di Gesù, ed è bello essere circondati, in questo momento, da tanti ragazzi e bambini. La frase del Vangelo, quella che Elisabetta pronuncia vedendo Maria, "Benedetta tu, fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!" ha un suono qui più intenso che in Chiesa, perché proprio qui, dove si partorisce, si vive il mistero della vita, un mistero che è il preludio all’accoglienza».

E' un passaggio dell'omelia pronunciata dal vescovo mons. Francesco Beschi nel corso della santa messa celebrata nel reparto maternità degli Ospedali Riuniti, alla presenta di tanti genitori, famiglie, medici e infermieri.

«Uso la parola mistero - ha spiegato il vescovo - non solo perché resta misteriosa l’origine della vita, anche se a livello scientifico noi sappiamo ora molte cose, e persino, come si sa bene in questo reparto, possiamo oggi visualizzarlo questo "inizio di vita" che nasce. Uso la parola mistero perché la vita, pur nella nostra limitatezza, resta immensa e inesauribile: non finiamo mai di scoprirla, e di comprenderla, ed è un grande dono».

«Quando lo si intuisce dentro di sé, questo mistero dell’origine della vita, è un momento preciso che ogni donna, nel suo essere femminile, sa riconoscere: è fonte di gioia, ma ricordiamo a volte anche di preoccupazione e di angoscia. Eppure è comunque sempre il riconoscimento primo del mistero della vita, poi quando la vita c’è, arriva, il riconoscimento è anche quello che può sembrare solo formale, dell’appartenenza a una comunità civile: in famiglia, in paese, tra i conoscenti e gli amici di un neonato».

«Eppure, pensateci - ha ammonito mons. Beschi -, non a tutti è dato questo riconoscimento: molti uomini e donne è come se non esistessero per la comunità, sono ignorati, quasi non visti: penso agli anziani, penso ai deboli, penso agli immigrati. Oggi ho visitato anziani in una casa di riposo, ho visto immigrati nel Centro San Lazzaro di Bergamo eppure nei loro occhi ho visto la gioia di essere riconosciuti. Sappiamo cos’è questa gioia, è la gioia dell’essere riconosciuti, l’un l’altro nell’amore, nell’affetto. C’è gioia più grande? Sì, c’è, è quella di riconoscere, l’uno l’altro nel cuore lo stesso Gesù: riconoscere questo è guardare con lo sguardo del Vangelo anche chi appartiene ad altre religioni, è gioia totale perché è riconoscere Gesù in mezzo a noi, in mezzo a tutti noi. Questa è la fede cristiana».

Il vescovo ha inoltre portato i suoi saluti e auguri nei reparti di pediatria, ostetricia e patologia neonatale.

In precedenza mons. Beschi - come sottolineato dallo stesso - aveva fatto visita alla Missione Santa Rosa da Lima per incontrare la comunità latinoamerciana. Nella chiesa di San Lazzaro il Vescovo ha celebrato con don Mario Marossi una santa messa. Al termine il pranzo con la comunità migrante al Centro San Lazzaro.

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