Manette a dipendente del Comune
aveva in casa mezzo chilo di coca

Quando i carabinieri hanno perquisito la sua casa a Gorle hanno trovato circa mezzo chilo di cocaina, già tagliata e in parte suddivisa in bustine. In manette, la sera del 29 dicembre, è finita una donna di 49 anni, C. P., che è incensurata e lavora per il Comune di Bergamo, al museo di Scienze naturali «Caffi» di Città Alta, struttura risultata completamente estranea a tutta la vicenda.

Ora è in carcere con l’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio: interrogata dal gip, a quanto si è appreso, avrebbe spiegato di non aver spacciato la droga, ma di averla soltanto tenuta in custodia per conto di altri. Il giudice ha convalidato l’arresto e confermato il carcere.

Le indagini sono partite alcuni giorni fa, nel corso di un’indagine antidroga condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Zogno: i militari hanno avuto notizia da una fonte confidenziale della presenza della presenza di un discreto quantitativo di stupefacenti nella casa della donna di Gorle e hanno deciso di compiere una perquisizione.

Così si sono presentati dalla 49enne, che era in casa e da qualche tempo era in malattia per un infortunio: nella perquisizione dell’appartamento i carabinieri hanno trovato in vari punti della casa circa mezzo chilo di cocaina, già mescolata con sostanza da taglio. Poi otto grammi di hashish e sette di marijuana, oltre a un bilancino di precisione, un migliaio di euro in contanti e tre telefonini.

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