Una statua di Papa Giovanni
al santuario di Stezzano

«Un doveroso omaggio a Papa Giovanni, legato da una particolare devozione al santuario». Monsignor Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena, Colle di Val d'Elsa e Montalcino, bergamasco di Vilminore, spiega così i motivi che lo hanno spinto a far realizzare – con il fattivo contributo di Franco Ghilardi di Bergamo, amico e collaboratore del vescovo, profondo conoscitore del mondo artistico – una statua del pontefice bergamasco alla Madonna dei Campi di Stezzano, dove Angelo Roncalli si recò in svariate occasioni.

Il gesso della statua a grandezza naturale, realizzata dal maestro Italo Ghilardi, è stato portato in questi giorni alla Fonderia Battaglia di Milano – una storica fonderia che ha visto nascere i capolavori di Manzù e di Bodini – per la fusione. Entro Pasqua, la statua verrà poi collocata nei giardini del santuario, dove ora è presente anche un monumento alla Vergine realizzato nel 2003 dallo scultore Eric Aman. La statua che verrà posta a Stezzano vede Papa Giovanni in piedi con un cappello nella mano sinistra, mentre l'altra è protesa in avanti come in un gesto di accoglienza; il suo sguardo sarà orientato verso Città Alta e il Seminario.

A monsignor Bonicelli - che risiede appunto accanto al santuario - quando si parla di Papa Giovanni s'illuminano gli occhi. Gli sembra ancora di vederlo percorrere a passo lento le austere stanze vaticane, dove spesso si incontravano. «Mi ha sempre sorpreso – dice – la sua capacità di ridurre a semplici anche le cose più difficili e complesse». A proposito del legame di Papa Roncalli con la Madonna dei Campi, basta guardare le sue agende: sono costellate di date. Quel lungo filare di ippocastani che porta al santuario Roncalli lo percorse sin da giovane con i genitori, che spesso il 12 luglio lo accompagnavano in occasione della solennità dell'Apparizione della Madonna. Nella mente di Roncalli, ogni qual volta si incamminava lungo il viale alberato, tornavano le immagini della cerimonia dell'incoronazione della Vergine compiuta dal cardinal Ferrari, arcivescovo di Milano. Il quindicenne Roncalli, quel 5 settembre 1896, era presente all'evento in mezzo ad una folla oceanica.

Al santuario il futuro Papa celebrò il giorno dell'Apparizione del 1909, nel settembre 1919, nell'ottobre 1929, nel settembre 1935, nell'ottobre 1945 e durante i ritorni estivi a casa. Il primo aprile 1918 Roncalli fu a Stezzano per l'ingresso del nuovo parroco, monsignor Giuseppe Carminati; nel giugno dello stesso anno inaugurò la casa del soldato. Partecipò poi alla festa delle Quarantore nel 1920 e nel 1950, ma la sua attenzione fu sempre rivolta alla Madonna dei Campi, dove giunse pellegrino nel settembre 1935 accompagnato dalla mamma Marianna, con la quale prima aveva fatto sosta a Caravaggio e a Treviglio. Una delle ultime visite fu in occasione del cinquantesimo anniversario dell'incoronazione della Madonna. Come per la Vergine della Cornabusa dove Roncalli sarà chiamato a presiedere le celebrazioni per il 50° dell'incoronazione (1958) compiuta nel 1908 dal card. Maffi, così avvenne per la Madonna dei Campi. Era il settembre 1946. «Stezzano riconoscente ha voluto preparare alla sua Madonna un trionfo degno di tanta Madre – si legge nelle cronache del tempo –. Non una porta, non una finestra, non un davanzale è rimasto nell'ombra, migliaia di lampade hanno brillato come fari della notte».

Stezzano scrisse allora un'altra pagina della sua storia religiosa, a solenne monito per le nuove generazioni. E così si spera di poter fare anche il giorno dell'inaugurazione della nuova statua dedicata al pontefice, quando ad ammirarla giungeranno sicuramente tantissime persone e forse anche tanti giovani, che hanno imparato a conoscere il Papa bergamasco, il Beato Giovanni XXIII, grazie ai racconti dei genitori e a quelle straordinarie immagini in bianco e nero che la televisione spesso ripropone suscitando in tutti – anche a distanza di decenni – emozione e commozione.

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