Trescore: peculato e minacce
Il comandante dei vigili si difende

Sì è difeso dalle accuse al processo che lo vede imputato per peculato, falso e minacce a pubblico ufficiale, Gian Maria Rossetti, 36 anni, dal marzo 2009 comandante della polizia locale di Trescore, difeso dall'avvocato Mauro Angarano. Il pm Anna Ponsero gli contesta di aver fatto sparire due paia di scarpe con falsa griffe e diversi cd dalla merce sequestrata il 20 marzo 2009 a un venditore abusivo senegalese. Il comandante è accusato di aver invitato una vigilessa ad approfittare degli oggetti sotto sequestro e di averla minacciata davanti al suo rifiuto.

Rossetti ha detto che le scarpe trovate durante la perquisizione a casa sua nel Parmigiano sono di sua suocera». Per quanto riguarda l'offerta alla vigilessa ha detto che «non era un invito ad appropriarsi di merce sequestrata», ma se fossero andate bene avrebbe provato a fare istanza alla magistratura per destinarle al comando anzichè alla distruzione.
Rossetti ha quindi spiegato che la denuncia, presentata dalla vigilessa e da un altro agente, era frutto di un complotto ai suoi danni.

Al processo hanno testimoniato il segretario comunale Franca Moroli, e Giovanni Vinciguerra, comandante della polizia locale di Seriate che, prima dell'arrivo di Rossetti, era stato chiamato a Trescore come consulente. Resta il giallo dei borsoni contenenti altra merce sequestrata al senegalese. Il pm ha fatto notare all'imputato che nel verbale steso dallo stesso comandante si parlava anche di due borsoni, oltre allo zaino. La sentenza forse il 13 aprile.

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