Il Dna conferma: del Caravaggio
i resti ritrovati a Porto Ercole

I resti ritrovati nell'antico cimitero di san Sebastiano a Porto Ercole, in Toscana, sono del pittore Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. La notizia è stata annunciata in mattinata nel corso di una conferenza stampa a Ravenna, al Teatro Stabile, durante la quale Giorgio Gruppioni, ordinario dell'Università di Bologna (sede distaccata di Ravenna), Lucio Calcagnile, ordinario dell'Università del Salento e Silvano Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici, culturali hanno rivelato che le loro ricerche, durate più di otto mesi, hanno ottenuto il risultato sperato.

A metà maggio fra gli scheletri ritrovati nell'antico cimitero di San Sebastiano a Porto Ercole, dove il pittore è morto nel 1610, gli studiosi avevano affermato di averne trovato uno, in base ai risultati degli esami svolti, riconducibile al Caravaggio. Dall'esame del carbonio 14 lo scheletro risale al periodo in cui visse il pittore. Dall'esame istologico risulta che apparteneva a un uomo morto a un'età compresa fra i 37 ed i 45 anni (Michelangelo Merisi è deceduto a 39 anni). L'esame dei metalli pesanti ha inoltre rivelato che nelle sue ossa si trovano tracce di piombo e mercurio, metalli contenuti nelle vernici che il Caravaggio utilizzava per dipingere.

L'ultima parola è spettata però al test del Dna, i cui risultati sono stati svelati proprio mercoledì mattina: nel Dna estratto dallo scheletro indiziato sono stati trovati tratti genetici comuni al Dna prelevato alla ventina di caravaggini di cognome Merisio coinvolti nella ricerca.

Il sindaco di Caravaggio, Giuseppe Prevedini, ha espresso grande soddisfazione per la notizia e spera che i resti possa essere portati, almeno per un certo periodo, nella cittadina della Bassa. Il coinvolgimento di Caravaggio è stato significativo non soltanto per le ricerche effettuate sul campo, ma anche per promuovere intese e collaborazioni sul fronte artistico e culturale.

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