Taxi, Bergamo cenerentola
«La crisi ci ha tagliato le gambe»

Taxi col contagocce a Bergamo. Pochi erano e pochi sono rimasti: meno di 50 da tempo immemorabile in città e un po' più del doppio (103) se si considera l'intera provincia. Una carenza che la crisi non ha certo aiutato a risolvere, ma che di fronte alle velleità turistiche e allo sviluppo aeroportuale dell'ultimo decennio suona come un vero e proprio tasto dolente.

Te ne rendi conto facilmente. Per esempio confrontando la nostra realtà con quella di Brescia, Verona o Treviso. Tutte città di piccole-medie dimensioni (tra gli 80 e i 250 mila abitanti) con uno scalo nelle immediate vicinanze. Alle 36 auto gialle di Bergamo, dove per altro i veicoli sono rimasti rigorosamente bianchi, più i 10 nell'area di Orio al Serio, la Leonessa risponde con 103 mezzi, mentre Verona ne conta addirittura 170.

Solo Treviso può «vantarne» di meno: 30 in tutto. Con tariffe che sembrano però un pelo più vantaggiose: 15 euro dal centro all'aeroporto (5 chilometri), rispetto ai 20 euro necessari dal Sentierone allo scalo di Orio e ai 35 richiesti per una corsa tra piazza della Loggia e Montichiari (20 chilometri).

Ed è vero che Bergamo non può beneficiare dell'«indotto» dell'Arena o del lago di Garda come invece fa Verona, ma, almeno, rispetto a Brescia di sensi di inferiorità non dovrebbero essercene. Anzi, il contrario. Perché Orio al Serio, in termini di passeggeri, è al pari (in fase di superamento) di Linate e i voli low cost a Città Alta hanno fruttato un via vai impensabile fino a qualche anno fa. Eppure la situazione, in tema di taxi, è quella che è.

«Purtroppo - spiega Renato Alessio, rappresentante dei tassisti bergamaschi - la crisi ci ha tagliato le gambe, nell'ultimo anno abbiamo registrato il 25-30 per cento delle chiamate in meno. Proprio per questo motivo delle sei nuove licenze previste con l'intesa siglata nel 2008 ne è andata in porto solo una». Leggi di più su L'Eco di domenica 1° agosto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA