Cgil-Cisl-Uil: «Basta morire di lavoro»
Due ore di fermo alla Koine di Madone

Non si può morire di lavoro. Lo scrivono in un comunicato congiunto Cgil-Cisl-Uil, facendo riferimento al tragico incidente avvenuto nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 settembre a Giovanni Bonaldi, giovane autista del gruppo Koinè Spa che ha perso la vita mentre svolgeva le abituali mansioni legate al carico del suo mezzo nella piattaforma logistica di Madone.

Proprio per tenere alto il tema dell'aumento della sicurezza nei luoghi di lavoro e ricordare il compagno di lavoro deceduto, Filt-Cgil , Fit-Cisl e Uil trasporti hanno deciso di indire in fermo di 2 ore di tutte le attività presso la sede dell'azienda di Madone, a cui parteciperanno impiegati, operai, autisti e soci della cooperativa, in concomitanza con il funerale di Giovanni Bonaldi.

Al di là delle modalità dell'incidente, affermano le tre sigle sindacali, «oggetto di indagine da parte delle autorità competenti, aggiunge il sindacato, ciò che colpisce è come possano ancora accadere incidenti del genere. Molta strada è stata fatta in questo campo negli ultimi anni, ma evidentemente non basta. Non è possibile morire di lavoro».

Visto il numero di incidenti mortali, prosegue il comunicato dei tre sindacati, «viene da pensare che la sicurezza, spesso, sia solo predicata. Così non va bene dal momento che i risultati sono ancora morti sul lavoro. Occorre praticare la sicurezza in termini di prevenzione, di verifica e riospetto della condizioni stabilite dalle norme e perseguire in modo fermo e deciso tutti coloro che non adempiono a quanto previsto».

Siamo stanchi di contare i morti, aggiungono Cgil-Cisl-Uil. «Giovanni era giovane, chi lo attendeva a casa al ritorno dal lavoro non lo vedrà mai più. È difficile trovare le parole adatte in questi momenti. Ai familiari e ai lavoratori della Koinè va la nostra solidarietà e la nostra vicinanza. Per quanto riguarda l'incidente, chiediamo che sia fatta la massima chiarezza al fine di evitare il ripetersi di simili incidenti.

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