Grumello, mensa solo ai residenti
Un panino per una scolara di Calepio

Tutto è sorto da una delibera di Giunta che vieta agli scolari non residenti (a parte i figli dei dipendenti comunali e ai bambini con nonni che abitano in paese) di Grumello di usufruire del servizio di refezione. Una decisione che sta mettendo in difficoltà alcune famiglie, in particolare quella di Anselmo Zamblera, di Castelli Calepio, i cui due figli maggiori già frequentano la scuola e la mensa di Grumello, il primo (11 anni) perché all'epoca la delibera non esisteva, il secondo (9 anni) grazie a una deroga dell'ex sindaco Alessandro Cottini. Ora la terzogenita è costretta a tornare a casa, a Calepio, frazione di Castelli Calepio, durante la pausa pranzo (dal lunedì al venerdì), costringendo i genitori a fare i salti mortali.

Il problema è sorto con la delibera del 15 marzo 2003. «C'erano troppi bambini, più di una sessantina, che arrivavano dai paesi limitrofi con scuole prive della mensa – spiega l'attuale primo cittadino Nicoletta Noris, all'epoca della delibera assessore alla Pubblica istruzione –. Il nostro servizio rischiava di collassare. Il signor Zamblera si deve rassegnare, non possiamo più fare eccezioni. Gli altri genitori hanno capito e ora si sono adattati a portare avanti e indietro i loro figli».

«Si tratta di quattro o cinque bambini su 390 – illustra il dirigente dell'istituto, Laura Ferretti –. Come consiglio d'istituto ci eravamo dichiarati contrari alla delibera. Solo che il servizio è organizzato dal Comune ed è quest'ultimo che stabilisce il regolamento». Era stata la dirigente che il primo giorno di scuola aveva disposto – pagando di tasca propria i pasti – che la bimba e altri piccoli non residenti fossero accompagnati in mensa. Ed è stato nell'ufficio della signora Ferretti che la figlia di Zamblera il terzo giorno di scuola ha consumato il panino preparatole dalla mamma.

Per conoscere tutta la storia leggi L'Eco di Bergamo del 16 ottobre

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