La polemica di Orobievive:
«Troppe case a Piazzatorre e Valtorta»

No di Orobievive ai progetti di sviluppo residenziale di Valtorta e Piazzatorre. Il coordinamento che riunisce le associazioni Flora alpina bergamasca, Legambiente, Mountain Wilderness, Seriana ambiente, Wwf e Italia Nostra, interviene sui previsti progetti di «valorizzazione» turistica delle Orobie. «Ci riferiamo al potenziamento degli impianti per lo sci a Valtorta e a Piazzatorre – dice un comunicato di Orobievive –. Così come è accaduto a Vilminore, Lizzola, Arera, Foppolo e San Simone, pare proprio che non si riesca a realizzare nuovi interventi senza una pesante ricaduta sull'ambiente. Ci vediamo costretti a ripetere: le caratteristiche geomorfologiche e ambientali delle Orobie non consentono di intervenire in questo modo sul loro ambiente. Considerando, soprattutto, che l'ammodernamento degli impianti e delle piste rappresenta il grimaldello per la realizzazione di complessi residenziali che, indici di mercato alla mano, sono sempre più difficili da piazzare e che comportano per contro un consumo di territorio e beni ambientali pesantissimo. A Piazzatorre annunciati 105 alloggi nell'ex colonia Genovese e 280 nuovi appartamenti in località Tagliata, a Castione prevista dal nuovo Pgt una colata di cemento, a Valtorta previsto un complesso alberghiero-residenziale che cementificherà la piana di Ceresola. Vogliamo considerare le condizioni della strada che sale a Ceresola, le code di ore nei fondovalle, la mancanza di alternative allo sci valide e non velleitarie? Vogliamo considerare la ricaduta occupazionale? Questa è data da un turismo di qualità rispettoso dell'ambiente non dalla speculazione delle seconde case».

«Ci chiediamo inoltre - continua il comunicato - cosa serva aver istituito un'area di tutela quale il Parco delle Orobie se poi al suo interno si interviene con le vecchie logiche di sfruttamento. Ha ragione chi sostiene che le popolazioni che vivono in un'area protetta non devono "pagare" una sorta di pegno perché il loro territorio è tutelato. Si deve allora avere il coraggio da parte della politica di riconoscere a questi territori una sorta di riconoscimento per la funzione che svolgono quali riserve di naturalità, acqua, aria, foreste».

© RIPRODUZIONE RISERVATA