Mons. Beschi al cimitero di Bergamo:
«La nostra vita va verso il Signore»

«Vogliamo ricordare i nostri defunti e tutti i Caduti che hanno offerto la loro vita per la patria, la pace e la giustizia». Sono queste le parole del vescovo Beschi nella solenne concelebrazione eucaristica in occasione della solennità di Tutti i Santi.

«Vogliamo ricordare i nostri defunti e tutti i Caduti che hanno offerto la loro vita per la patria, la pace e la giustizia. Ricordiamo anche i Caduti a causa della fede, come quelli che in questi giorni hanno perso la loro vita perché testimoni del Vangelo. Preghiamo perché il loro sacrificio rinnovi l'impegno di tutti nel far prevalere sempre la forza dell'amore». Un accorato pensiero a tutti i Caduti per il Vangelo — con una chiara allusione all'uccisione di ventiquattro cristiani, consumatasi in una chiesa cattolica caldea a Bagdad per mano di una cellula di Al Qaeda — è stato rivolto dal vescovo Francesco Beschi durante la solenne concelebrazione eucaristica di lunedì pomeriggio 1° novembre nella chiesa del cimitero civico in occasione della solennità di Tutti i Santi.

«Celebriamo Tutti i Santi in questo luogo, il cimitero — ha esordito monsignor Beschi all'omelia — dove sono sepolti credenti e non credenti, battezzati e non battezzati. Preghiamo per i nostri defunti con fede, affetto e riconoscenza. La fede nell'abbraccio eterno di Dio non consiste in un'assurda sopravvivenza, ma è il cuore della nostra fede in Gesù Cristo crocifisso e risorto, che ha sconfitto per sempre la morte».

Il vescovo ha ricordato che ogni morte, soprattutto se di congiunti, porta tristezza nel cuore. «Ricordiamo e piangiamo la perdita dei nostri cari. Però la vicenda di Gesù Cristo ci fa pensare alla speranza cristiana, cioè che la vita non è un insieme di frammenti, ma un pellegrinaggio unico verso il Signore. La nostra vita non va verso il nulla, ma verso l'incontro decisivo con il Signore». Il trascorrere delle stagioni della vita ha un senso. «Il Paradiso, la vita eterna, la purificazione — ha proseguito il vescovo — non sono tanto un prolungamento dell'esistenza, ma il frutto di un cammino che porta all'incontro col Signore. Spesso ci chiediamo: sono decisivi i giorni che passano e gli anni che si accumulano, che si riflettono anche nello specchio? Sarà vera la risurrezione, oppure è soltanto poesia o la proiezione di un desiderio? La risposta è che il compimento della nostra vita sta nella vicenda di Gesù Cristo crocifisso e risorto».

In questo contesto si pone la solennità di Ognissanti. «Questa solennità — ha aggiunto monsignor Beschi — ci ricorda i santi, cioè tutti gli uomini e tutte le donne già immersi nella luce del Signore e non soltanto le persone campioni di santità gloriosa. Sono santi perché hanno fatto della relazione con Gesù Cristo la sorgente della loro vita».

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