Bergamo, «strane alleanze» in Comune
PdL e Tentorio a braccetto con la Lega

L'inno di Mameli divide il centrodestra nel Consiglio comunale di Bergamo, con la Lega a votare contro l'affissione del testo nelle aule scolastiche, e Pdl e Lista Tentorio a sostenere la «centralità dei simboli dell'unità nazionale».

L'inno di Mameli (sotto forma di emendamento presentato dalle minoranze) divide il centrodestra nel Consiglio comunale di Bergamo, con la Lega a votare contro l'affissione del testo nelle aule scolastiche, e Pdl e Lista Tentorio a sostenere la «centralità dei simboli dell'unità nazionale».

Tutto nasce da una manovra-lampo del consigliere della Lista Bruni Simone Paganoni, che aggancia a un ordine del giorno della collega Paola Tognon (tema le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia) un emendamento che propone di invitare le scuole primarie e secondarie della città a esporre le parole dell'inno nazionale. «Una mozione simile era stata annunciata nei mesi scorsi dalla segreteria provinciale del Pdl, ma non è mai arrivata in aula, qualcuno dice per divergenze con la Lega. A me però l'idea piaceva, quindi la ripropongo…», sorride ineffabile Paganoni.

Se il lumbard Daniele Belotti parla di «bassissima strumentalizzazione che non ci sta bene. Devono essere altri i valori da far capire e trasmettere, non un foglietto appeso in classe», il capogruppo del Pdl, Giuseppe Petralia, considera l'emendamento «assolutamente condivisibile nella sostanza», ma chiede una sospensione. Dopo la pausa, Pdl e Lista Tentorio annunciano il loro sì: Petralia ringrazia «i colleghi della Lega che ci hanno consentito di votare secondo coscienza», mentre Davide De Rosa, pur annunciando il via libera del gruppo, puntualizza di non aver apprezzato «un'iniziativa finalizzata più che altro a rimarcare posizioni diverse nella maggioranza» (osservazione poi ribadita dal sindaco). Dalla Lega arriva invece il voto contrario all'emendamento e all'intero ordine del giorno, con la sola eccezione del presidente del Consiglio, Guglielmo Redondi, che si astiene «per non aver condiviso il metodo con cui la proposta è stata presentata». Proposta che comunque ottiene il via libera a maggioranza.

Leggi di più su L'Eco in edicola mercoledì 1° dicembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA