Troppo alcol: «Colpa dal collutorio»
Gargarismo farà sentenza in aula

Era una delle tante udienze per guida in stato di ebbrezza, diventerà un singolare processo al collutorio. Perché, come in una sorta di partita a poker, lo scrupoloso giudice ha deciso di accettare la sfida dell'imputato e di verificare quella che puzza di classica scusa.

Era una delle tante udienze per guida in stato di ebbrezza, diventerà un singolare processo al collutorio. Perché, come in una sorta di partita a poker, lo scrupoloso giudice ha deciso di accettare la sfida dell'imputato e di andare a verificare quella che, a prima vista, puzza di classica scusa.

Così, a marzo al tribunale di Bergamo andrà in scena il primo gargarismo autorizzato in un'aula di giustizia. Per qualche minuto sembrerà di stare al lavandino del bagno di casa, ma - pazienza - l'importante è che la verità trionfi.

Insomma, se M. M., trentacinquenne di Zogno pescato a guidare con un tasso alcolico oltre il limite, è o no sincero quando dà la colpa agli sciacqui col collutorio, lo stabilirà un gorgoglio da compiersi in quello che il codice di procedura penale definisce «esperimento giudiziale».

Per l'occasione l'imputato dovrà - sotto gli occhi del magistrato - sorseggiare da una bottiglietta di liquido simile a quello che ha dichiarato di aver utilizzato la notte del 19 agosto 2007, quando - alle 2,30 a Zogno - i carabinieri gli avevano rilevato una percentuale etilica non consentita (0,87 grammi di alcol per litro di sangue alla prima prova, 0,89 alla seconda). E dopo comparirà in aula l'etilometro.

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