Uccise l'ex fidanzata: la perizia
conferma la semi-infermità

La nuova perizia ha confermato la semi-infermità mentale di Massimiliano Pippia, il ventitreenne che nel luglio del 2008 uccise la ex fidanzata Barbara Brandolini. L'esame psichiatrico - il terzo - era stato disposto dal gup Vittorio Masia e avrebbe dovuto essere esaminato nella seduta del 13 gennaio, poi aggiornata a oggi.

La decisione era stata presa dal gup Masia durante il processo in abbreviato, dopo che il pm Maria Esposito aveva chiesto una condanna a 12 anni, basandosi su una precedente perizia che concludeva per il vizio parziale di mente di Pippia, mentre il difensore Gianluca Quadri aveva invocato l'assoluzione sulla base degli esami del consulente della difesa, convinto che l'imputato sia totalmente capace di intendere e volere.

Ora tutto è rimandato al 24 febbraio quando si discuterà dei risultati dell'ultimo esame svolto sull'imputato. E il 24 febbraio potrebbe anche arrivare la sentenza definitiva. Sulla dinamica del delitto, in effetti, la ricostruzione è pacifica. Massimiliano Pippia avrebbe ucciso l'ex fidanzata, Barbara Brandolini di 27 anni, soffocandola: il corpo, avvolto in un piumone, era stato trovato nell'appartamento di Pippia, in via Pizzo Recastello.

A dare l'allarme erano stati alcuni parenti, che attendevano la ragazza al matrimonio del fratello: non vedendola arrivare, avevano dato l'allarme alla questura. Un controllo nell'appartamento di lei, in via Gasparini, non aveva dato esito: solo quando gli agenti avevano deciso di verificare dall'ex fidanzato avevano trovato il cadavere di Barbara Brandolini, senza segni di violenza.

Pippia invece era stato rintracciato dopo alcune ore alla stazione ferroviaria di Trieste, dove era stato fermato. Portato in carcere, aveva ammesso, spiegando di aver ucciso la ragazza anche per dar seguito ad un desiderio di lei, dato che entrambi sarebbero stati stanchi di vivere.

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