Strage di Viareggio: familiari a Lovere
«Una tragedia che si poteva evitare»

Hanno firmato un documento con i parenti delle vittime delle stragi italiane e poi hanno raggiunto Lovere per chiedere verità, giustizia e sicurezza. Sono le madri, i padri, i fratelli, gli amici e i familiari delle trentadue persone che la sera del 29 giugno 2009 morirono a Viareggio.

Hanno firmato un documento con i parenti delle vittime delle stragi italiane e poi hanno raggiunto Lovere per chiedere verità, giustizia e sicurezza. Sono le madri, i padri, i fratelli, gli amici e i familiari delle trentadue persone che la sera del 29 giugno 2009 morirono a Viareggio a causa dell'esplosione di una cisterna trasportata da un treno merci carico di gas.

Giovedì 30 giugno i parenti, come già avevano fatto a metà maggio, erano a Lovere per presidiare gli ingressi della Lucchini Rs dove la Procura di Lucca ha disposto che venga effettuato l'incidente probatorio sui materiali di quel maledetto convoglio.

Nella storica acciaieria dell'Alto Sebino, leader mondiale nella produzione di ruote per treni ad alta velocità, i periti della procura, insieme a quelli del gruppo Fs (i vertici dell'azienda sono indagati per disastro e omicidio colposo) e con i consulenti che supportano i parenti delle vittime, stanno analizzando frammenti di lamiera, pezzi di treno e componenti dei binari per cercare di far luce sul disastro.

A metà maggio era stato analizzato l'assile del vagone che prese fuoco, cioè il blocco di metallo che unisce le due ruote di un treno: era arrugginito e non era stato revisionato; tra ieri e oggi nella fabbrica loverese verranno invece controllati un pezzo della cisterna che prese fuoco e altre componenti infrastrutturali.

«Secondo noi – sostiene Riccardo Antonini, consulente dei parenti delle vittime – a scatenare l'incendio e l'esplosione furono la cattiva manutenzione sia del convoglio ferroviario che dei binari della stazione».

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