Militare lo blocca, poi gli offre il caffè
Quattro mesi dopo lo arresta ancora

Il 1° maggio, dopo averlo portato in caserma privo di permesso di soggiorno, gli aveva pure pagato un caffè. Mercoledì lo stesso carabiniere lo ha arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Protagonisti un maresciallo e un tunisino.

Il 1° maggio scorso, dopo averlo portato in caserma privo di permesso di soggiorno, gli aveva pure pagato un caffè. Mercoledì lo stesso carabiniere lo ha arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. È una storia di strani incroci, quella tra un maresciallo del nucleo operativo e radiomobile di Bergamo e M. A., tunisino di 25 anni, approdato il 7 marzo a Lampedusa. È grazie al controllo del sottufficiale il 1° maggio, che per il nordafricano si mette in moto il meccanismo burocratico capace di fruttargli il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Le strade dei due non si incrociano più, fino a mercoledì alle 15,30.

Quando il sottufficiale e un collega vedono uscire M. A. e un connazionale, A. O., 19 anni, da un bar sulla Briantea a Mozzo. I nordafricani si mettono a correre, i carabinieri li inseguono. I due raggiungono a Curno: uno viene bloccato in via Liguria, l'altro in via Toscana dopo aver scavalcato le recinzioni di due abitazioni. Durante la fuga vengono visti disfarsi di un involucro, che però non viene ritrovato. I due si divincolano, cercano di opporre resistenza. Per questo finiscono in manette. Motivo della fuga? «Non volevamo ogni volta stare in caserma due ore per controlli», ha detto ieri in direttissima M. A. Arresti convalidati con scarcerazione per entrambi, prima di patteggiare sei mesi a testa con pena sospesa.

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