Il lago torna posto di lavoro:
5 pescatori professionisti baby

Se una rondine non fa primavera, con cinque come la mettiamo? La mettiamo che da tanti, tanti anni sul Sebino con le reti in mano si vedevano quasi solo pantere grigie, vecchi lupi di lago eredi di un mestiere primario, millenario, duro e in via d'estinzione più delle alborelle.

Se una rondine non fa primavera, con cinque come la mettiamo? La mettiamo che da tanti, tanti anni sul Sebino con le reti in mano si vedevano quasi solo pantere grigie, vecchi lupi di lago eredi di un mestiere primario, millenario, duro e in via d'estinzione più delle alborelle.

Invece dal 2009 pian piano sono arrivate le «rondini»: sono cinque ventenni o giù di lì. Si sono presentati negli uffici della Provincia (di Brescia) e hanno chiesto (e ottenuto) la licenza per la pesca professionista. Così è vero che l'emorragia dei numeri sul Sebino continua e sono sempre meno quelli che puntano a vivere di pesca; è vero che è presto per dire se questi cinque ragazzi faranno primavera, però i primi a essere sorpresi sono i tecnici che hanno rilasciato le licenze.

«È un fenomeno da tenere d'occhio - dice Mariapia Viglione dalla Provincia di Brescia -, perché non si vedeva da tempo e pure perché è tutto del lago d'Iseo. Sul Garda non ci sono giovanissimi». Difficile definire il giro d'affari legato alla pesca sul Sebino: secondo i calcoli della Regione, le acque dolci di Lombardia muoverebbero un fatturato di circa 11 milioni di euro l'anno.

E Natale Marini, 73 anni da lupo di lago, dice che se hai voglia di lavorare puoi ben campare di pesca. «Devi aver voglia, però - insiste -, e per aver voglia devi avere passione. Comunque il lavoro nelle fabbriche scarseggia, quindi meglio cominciare da quello che c'è in casa. Io ho il naèt e tutte le attrezzature».

Leggi di più su L'Eco di martedì 1° novembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA