Yara, il Dna dell'assassino
nelle mani degli investigatori Fbi

La soluzione del giallo sulla morte di Yara Gambirasio può uscire solo da un laboratorio. La notizia non viene confermata (e però neppure smentita) ufficialmente, ma - stando a fonti autorevoli - nelle scorse settimane il dna dell'omicida sarebbe stato consegnato all'Fbi.

La soluzione del giallo sulla morte di Yara Gambirasio può uscire solo da un laboratorio. È questo - tra fregole investigative svelate dalla tv, massicce campagne di rilevazione genetica e virate biologiche nella titolazione giornalistica - ciò che si è intuito ultimamente a riguardo dell'inchiesta sulla tredicenne di Brembate Sopra rapita e uccisa il 26 novembre di un anno fa.

Il dna è il solo elemento di una certa importanza in mano agli inquirenti e le quattro tracce repertate sugli indumenti della ragazzina sono, allo stato, gli unici sassolini di Pollicino capaci di tenere aperto il sentiero che porta all'assassino. Insomma, se mai accadrà, sarà un'equazione chimica a svelare il mistero ed è per tale motivo che il pm Letizia Ruggeri sta battendo tutte le strade in tema di investigazioni scientifiche.

La notizia non viene confermata (e però neppure smentita) ufficialmente, ma - stando a fonti autorevoli - nelle scorse settimane il dna dell'omicida sarebbe stato consegnato all'Fbi (Federal Bureau of Investigation), in possesso di strumenti che potrebbero rivelare dettagli significativi sull'assassino.

Stando alle indiscrezioni da noi raccolte, sarebbe stato lo stesso comandante del Ris di Parma, il colonnello Gianpietro Lago, a volare negli Usa con i reperti biologici. La tecnologia investigativa statunitense potrebbe fornire preziose informazioni, quali il colore degli occhi e altre caratteristiche fisiche utili, se non a condurre direttamente all'autore del delitto, almeno a consentire una scrematura dei profili genetici (diecimila) finora raccolti dagli inquirenti.

I reperti si troverebbero tuttora nei laboratori dell'Fbi, pronti per essere analizzati, e solo nei prossimi mesi potrebbero giungere in Italia i primi risultati. Sono quattro le tracce biologiche repertate sugli indumenti di Yara, quando il 26 febbraio scorso fu ritrovata nel campo di Chignolo d'Isola. Due sono certamente di chi l'ha uccisa o comunque di chi ha tentato di abusare di lei. Si tratta della macchia ritrovata sui leggings e di quella presente sugli slip, entrambe appartenenti alla stessa persona, un maschio.

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