«Amareggiato ma tranquillo»
Formigoni: «È tutto regolare»

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ritiene di avere «tranquilla coscienza per dire che tutto è stato eseguito a regola d'arte» per quanto riguarda le sue responsabilità e quelle della Giunta regionale sulla vicenda rifiuti-Brebemi.

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni torna a fare chiarezza sulla vicenda che ha portato agli arresti ieri di un vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani, e di un funzionario dell'Arpa, Giuseppe Rotondaro (dirigente non addetto ai compiti operativi di controllo e comunque subito sospeso dall'incarico).

La Giunta regionale e il suo presidente hanno agito in piena regola a riguardo della autorizzazione della discarica di Cappella Cantone e non hanno responsabilità alcuna per quanto riguarda eventuali irregolarità commesse in attività legate a cantieri della Brebemi. Formigoni sottolinea il forte impegno della Regione nell'aver creato e potenziato - dal '97 a oggi - un forte sistema di controlli, senza il quale "chissà quante altre irregolarità sarebbero state commesse", in un contesto come quello della realizzazione di grandi infrastrutture, che vale complessivamente 10 miliardi di euro.

"Amarezza e sconcerto", infine per "il cedimento, di uomini dedicati alla politica, a comportamenti, se ciò risulterà accertato dalle indagini, del tutto illegali e contrari alla mia concezione della politica come servizio al bene comune".

CAPPELLA CANTONE - Ineccepibile, trasparente e collegiale la procedura per l'autorizzazione alla discarica di Cappella Cantone seguita dalla Regione. "Negli anni del mio governo - ha sottolineato Formigoni - ho voluto introdurre il metodo della collegialità in questo genere di decisioni autorizzative. Un tempo decideva l'assessore all'Ambiente: io ho voluto decisioni collegiali, in modo da assicurare il massimo di trasparenza e una maggiore responsabilità di tutte le parti interessate". Anche nel caso di Cappella Cantone, ha ribadito il presidente - si è seguito questo metodo, impegnando la Giunta e gli assessori competenti, da un lato, e poi, nella Conferenza dei Servizi che ha dato il sì conclusivo, gli altri soggetti, in particolare gli Enti locali (Provincia e Comuni)". "La piena correttezza della procedura - ha detto ancora Formigoni - è stata confermata dall'ordinanza del Tar, che ha respinto il ricorso". Formigoni ha sottolineato ancora che "nell'intero arco della procedura nessuno degli arrestati o indagati ha avuto parte alcuna, né di diritto né di fatto".

BREBEMI - Qui si tratta di una "presunta" irregolarità nel conferimento di materiali ("anche se - ha commentato Formigoni - le intercettazioni rivelano fatti chiari"). Gli atti parlano di una "contraffazione di certificati", il che colloca il (presunto) reato "in un ambito ben definito e preciso, rispetto al quale la Regione non ha nessuna competenza né responsabilità. La responsabilità della regolarità dei comportamenti delle ditte e dei controlli è in capo, e non potrebbe essere altrimenti, al raggruppamento di imprese che ha vinto la gara per la realizzazione della autostrada".

INCONTRO CHIESTO E NON AVVENUTO - Formigoni ha anche confermato che Nicoli Cristiani gli aveva riferito di un imprenditore interessato ad avere informazioni su Expo, chiedendo se questi poteva parlare con Paolo Alli. "Certamente sì - risposi a Nicoli - Alli è il sottosegretario incaricato di seguire Expo". "Devo anche dire - ha aggiunto il presidente lombardo - che l'incontro non c'è mai stato".

GIUDIZIO SEVERO - Severo il giudizio sui fatti oggetto dell'indagine. "Mi lasciano molto amareggiato - ha detto Formigoni - per evidenti motivi, pur facendo salva la presunzione d'innocenza". Si tratta di responsabilità che vanno ricercate non nell'operato della Giunta e del suo presidente, che sono stati e sono ineccepibili, ma altrove". "Sappiamo perfettamente - ha detto ancora il presidente - che grandi opere in corso di realizzazione per un ammontare di 10 miliardi possono attirare malavita e operatori disonesti".

SISTEMA DI CONTROLLI - "Non a caso - sono sempre parole di Formigoni - ci siamo attivati con misure di prevenzione e di contrasto a tentativi malavitosi. Fino all'insediamento, proprio ieri, che ho fatto insieme al presidente del Consiglio regionale Davide Boni, del Comitato per la trasparenza degli appalti e la sicurezza dei cantieri. Il Comitato è previsto da una legge del Consiglio regionale approvata a larghissima maggioranza, è composto da 5 saggi esterni alla Regione, di cui 2 indicati dalle forze politiche di opposizione ed è coordinato da un insigne magistrato di grande esperienza come Giuseppe Grechi, già presidente del tribunale di Milano".

GRATI ALLA MAGISTRATURA - Ma anche il sistema più rigoroso di controlli da solo non basta. "Non si sorveglia mai abbastanza... A maggior ragione siamo grati all'azione della magistratura, che dispone di strumenti conoscitivi, di indagine e di repressione certamente superiori".

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