Crisi, famiglia e lavoro
Il vescovo: «Dare speranza»

Crisi, lavoro, occupazione, scenari economici e sociali, letti con un'attenzione particolare a come vengono vissuti dalle famiglie e dai lavoratori. Temi attuali e urgenti, sui quali monsignor Francesco Beschi, ha voluto confrontarsi con i tre segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil.

Crisi, lavoro, occupazione, scenari economici e sociali, letti con un'attenzione particolare a come vengono vissuti dalle famiglie e dai lavoratori bergamaschi. Temi attuali e urgenti, sui quali mosignor Francesco Beschi, ha voluto confrontarsi, giovedì 26 gennaio nella sede vescovile, con i tre segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil, ai quali ha rivolto la propria riconoscenza «per aver corrisposto a un invito cui tenevo molto».

Guardando in prospettiva, «avverto grande preoccupazione per i mesi che ci attendono - ha affermato monsignor Beschi -. I cui risvolti fondamentali sono di natura occupazionale. Preoccupazione per le famiglie e i lavoratori, ma anche in ordine alle possibilità per gli imprenditori, grandi e piccoli, di rilanciare le loro attività».

Tra i temi trattati, «il mondo dell'impresa, il mondo dei servizi, del terziario, del sociale nel suo complesso e il mondo delle responsabilità politiche e finanziarie, col tema del rapporto tra finanza, lavoro e occupazione»: argomenti su cui, il vescovo avverte, bisogna «offrire ragioni concrete di speranza», alimentando «tutte quelle situazioni che possono aprire scenari concreti di occupazione, di lavoro, di tranquillità».

Certamente ci sono aspetti peculiari della nostra realtà, «elementi di grande determinazione che stanno ancora mantenendosi saldi - ha puntualizzato il vescovo -. Determinazione alimentata anche da quel soggetto famiglia che è ancora forte nella nostra realtà, e anche da un'attitudine al risparmio, propria delle nostre terre e che ha permesso in qualche modo sia agli imprenditori, sia ai lavoratori, di sostenere un periodo così difficile».

Soddisfatti anche i segretari generali provinciali dei sindacati. «Il vescovo era molto interessato a conoscere la situazione della provincia di Bergamo - ha spiegato Luigi Bresciani, Cgil -, la situazione legata alle crisi, e avere uno scambio di opinioni sulle emergenze e il dibattito economico e sindacale in corso. Uno scambio in grande libertà, per raccogliere anche le nostre considerazioni su quanto sta accadendo».

La riflessione «che abbiamo condiviso - ha precisato Ferdinando Piccinini, Cisl - ha avuto un po' come fulcro il come entrare in questi cambiamenti e definire anche nuovi orizzonti e nuovi percorsi di incontro e di sviluppo, per dare prospettive alle persone che oggi sono state coinvolte dalla crisi. Chiaro che occorre pensare a una riforma, ma ridurre gli ammortizzatori sociali in questa fase avrebbe ripercussioni devastanti».

In un'ottica di condivisione di scenari, «ci è sembrata positiva l'attenzione, nel senso che il vescovo si sta dimostrando ancora una volta un osservatore attento rispetto a quelle che sono le situazioni del territorio - ha concluso Marco Cicerone, Uil -. Le difficoltà che stiamo vivendo noi, per qualche verso, le sta vivendo anche il mondo della Curia».

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