L'accusa: appalti pilotati
8 ditte finiscono nei guai

Un «cartello» di imprese che pilotava le gare per spartirsi gli appalti riguardanti principalmente il verde pubblico. È quello che ipotizzano i pm di Monza, che hanno recentemente chiesto il rinvio a giudizio per 19 persone, tra cui 4 bergamaschi.

Un «cartello» di imprese che pilotava le gare per spartirsi gli appalti riguardanti principalmente il verde pubblico. È quello che ipotizzano i pm di Monza, che hanno recentemente chiesto il rinvio a giudizio per 19 persone, tra cui 4 bergamaschi.

Nell'indagine sono finite ancora una volta le aziende del gruppo Locatelli di Grumello del Monte (la «Origini srl» e la «Locatelli geom. Gabriele»). Tra gli indagati figura, infatti, Orietta Rocca Pace, la seconda moglie di Pierluca Locatelli (lui è estraneo all'inchiesta) che era stata arrestata insieme al marito per la vicenda Brebemi.

La donna è finita tra gli indiziati in qualità di amministratore unico della «Origini srl», società specializzata nell'arredo urbano, posature di porfidi e pietre che ha recentemente ripavimentato il Sentierone di Bergamo. Con lei ci sono anche Andrea Fusco, 39 anni, di Costa di Mezzate, e Marco Mazza, 63 anni, di Sarnico, rispettivamente amministratore di fatto e dipendente (all'epoca) della ditta.

Nella lista dei 19 per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio c'è infine Mario Bergamelli, 73 anni, di Nembro, della «Bergamelli Martino & Mario srl» di Albino, azienda che si occupa anche di movimenti terra e costruzioni di strade.

Ma tra le carte dei pm compaiono pure i nomi di altre ditte bergamasche e dei loro amministratori, anche se non risultano indagati a Monza (nei loro confronti procededono altre Procure). È il caso di Enio Rota e Giulio Massa della «Vivai Rota srl» di via Lunga a Bergamo; di Pietro e Guido Biffi della «Biffi spa» di Villa d'Adda; di Lorenzo Scarpellini della «Scarpellini costruzioni srl»; di Vittorio Licini della «Licini G. srl» di Curno; e di Mirko Suardi.

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