Zogno, bisca al palasport
Multati 9 appassionati di dadi

Non hanno sfidato la sorte davanti al giudice Ilaria Sanesi, preferendo, al rischio di un processo, la quasi indolore via d'uscita dell'oblazione. Circa 300 euro a testa di multa per garantirsi l'estinzione del reato e una pietra tombale su una vicenda giudiziaria di bische.

Non hanno sfidato la sorte davanti al giudice Ilaria Sanesi, preferendo, al rischio di un processo, la quasi indolore via d'uscita dell'oblazione. Circa 300 euro a testa di multa per garantirsi l'estinzione del reato e una pietra tombale su una vicenda giudiziaria di bische, dadi, cabale clandestine e notti insonni.

Se la sono cavata così nove imputati di gioco d'azzardo, misfatto che, in tempi di poker in tv, bar affollati di slot, gratta e vinci, superenalotto e tutto l'ambaradan dell'alea legalizzata, odora ormai d'ipocrisia. A dibattimento avrebbero avuto poche chance: i carabinieri li avevano colti con le mani nel sacco la notte fra il 30 aprile e il 1° maggio 2009, mentre erano intenti a giocare all'interno del centro sportivo di Camanghé a Zogno.

Dove, negli spogliatoi della palestra, avevano allestito la loro bisca abusiva all'insaputa del custode, entrando da una porta forse dimenticata aperta. Tra i nove c'era infatti qualche cliente del bar del bocciodromo, facile che sapesse del pertugio. Per questo motivo rischiavano pure l'imputazione per violazione di domicilio.

Tutta gente appassionata del tavolo verde, in mancanza del quale in quello spogliatoio aveva ripiegato sui dadi, pratica logisticamente meno impegnativa. Operai, artigiani, piccoli imprenditori di Zogno, Sorisole e Algua, fra i 29 e i 64 anni, qualcuno con precedenti per assegni a vuoto e mancata contribuzione delle imposte, i tipici connotati penali del milieu che ruota attorno al gioco d'azzardo.

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