Mantenere un figlio costa 300mila euro
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Crescere un figlio? Dalla nascita all'università costa 300mila euro. L'istruzione rappresenta una voce importante nel bilancio familiare. Si aggiungano gadget, vitto, vestiti, vacanze, ed ecco che si arriva a 300mila euro. E tu cosa ne pensi? Dì la tua scrivendo a [email protected]

Crescere un figlio? Dalla nascita all'università costa 300mila euro. L'istruzione rappresenta una voce importante nel bilancio familiare. Alle spese per libri e retta universitaria si aggiungano i gadget tecnologici, i vestiti, le vacanze, ed ecco che si arriva a un costo stimabile in circa 300mila euro.

A stendere il conto è il settimanale «Amica», che ha deciso di confrontare la spesa delle famiglie italiane per i figli oggi con quel che accadeva nel 1965. Allora il settimanale aveva condotto un'inchiesta da cui risultava che per mantenere un figlio servivano 20 milioni di lire, l'equivalente, si scriveva: «di una villa in campagna, una ventina di automobili, uno yacht».

Erano gli anni del boom economico, quando un corredino da neonato costava circa 40 mila lire, equivalente a 396 euro odierni. Secondo la stima di Francesco Daveri, docente dell'Università degli Studi di Parma e dell'Università Bocconi, infatti «1.000 lire di allora corrispondono a 9,90 euro di oggi, con una perdita del potere di acquisto di quasi il 50%».

Oggi invece crescere un figlio in Italia costa in media 300 mila euro, più o meno quanto un piccolo appartamento in una grande città, e incide per il 35% sulla spesa familiare.

Sulla contabilità familiare pesano soprattutto i costi di istruzione e sono in aumento le spese per le nuove tecnologie, dal cellulare al computer, mentre per abbigliamento e giochi si punta molto sul riciclo. La baby-sitter o l'asilo nido privato sono spesso inevitabili, visto che, come ricordano i dati Istat, solo nel 30% dei comuni italiani sono presenti strutture pubbliche.

Inevitabile quindi risparmiare con non poche rinunce per i genitori, dagli svaghi alle vacanze, fino alle opportunità professionali e di studio all'estero. Si cerca poi di educare i ragazzi al senso di responsabilità e a uno stile di vita meno consumistico, anche se «non è facile».

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