Cronaca / Hinterland
Domenica 29 Aprile 2012
Forte rischio valanghe sulle Orobie
In aiuto arriva anche il cane Klaus
Resta alto il rischio valanghe sulle Orobie, che in questo fine settimana sarà tra 3 (marcato) e 4 (forte) su una scala da 1 a 5. Per questo motivo all'elibase del 118 di Orio al Serio c'è un tecnico in più: si tratta del border collie Klaus.
Resta alto il rischio valanghe sulle Orobie, che in questo fine settimana sarà tra 3 (marcato) e 4 (forte) su una scala da 1 a 5. Per questo motivo all'elibase del 118 di Orio al Serio c'è un tecnico in più, in servizio solo in caso di interventi specifici: si tratta di Klaus, un border collie bianco e marrone che insieme al suo conduttore Maurizio Piffari è pronto a salire sull'elicottero per salvare sciatori e alpinisti.
«Ci vogliono due anni e due brevetti per addestrare un cane al soccorso valanghe – spiega Piffari dell'Ucv (Unità cani valanga) della sesta delegazione orobica del Soccorso alpino speleo fluviale –. Da cuccioli imparano prima a trovare il conduttore che si nasconde dietro alberi o cespugli, poi nelle buche coperte dalla neve, poi insieme al conduttore si nasconde un'altra persona che il cane deve imparare a fiutare, tenendo il muso a terra e non in alto. Infine imparerà a cercare qualsiasi persona sotto la neve, ricevendo sempre un premio per il suo ritrovamento: per l'animale questo dev'essere un gioco e non si deve stressare». Le razze più adatte per questo genere di ricerche sono pastore tedesco, border collie, golden retriver, labrador, ma anche meticci e cani da pastore in genere.
Quest'inverno, particolarmente mite, non ha impegnato Klaus sulle nostre montagne, ma il pericolo sta arrivando adesso, con le prime giornate calde di primavera: «Gli appassionati di montagna, complice il ponte del 1° maggio e il sole, hanno voglia di sfogarsi – commenta Piffari, che è anche rifugista e conosce molto bene le Orobie –. È però necessario stare particolarmente attenti e consultare sempre il bollettino valanghe prima di mettersi in marcia. Bisogna inoltre informarsi con il Cai sui rifugi aperti, ma attenzione: se il rifugio è aperto non vuol dire in automatico che il sentiero per arrivarci sia sicuro».
Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 29 aprile
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