Martinelli resta chiuso in carcere
«Visita dei politici? Inopportuna»

La visita in carcere a Luigi Martinelli - che rimane in via Gleno su decisione del gip - da parte degli onorevoli leghisti Roberto Calderoli e Giacomo Stucchi prima ancora che l'arrestato venisse interrogato dal giudice delle indagini preliminari, ha suscitato più di un malumore.

La visita in carcere a Luigi Martinelli da parte degli onorevoli leghisti Roberto Calderoli e Giacomo Stucchi prima ancora che l'arrestato venisse interrogato dal giudice delle indagini preliminari, ha suscitato più di un malumore.

Il primo a manifestare un certo disagio è stato Stefano Paganelli, l'avvocato dell'imprenditore di Calcio in cella per l'irruzione all'Agenzia delle entrate di Romano. All'uscita dal carcere dopo l'interrogatorio di convalida, il legale si è detto «sorpreso, come tutti gli altri operatori del diritto, della visita dei due parlamentari della Lega Nord. Ci si aspettava che dell'intenzione di avere un colloquio col detenuto informassero almeno il gip. Sarebbe stato più corretto manifestare preventivamente le ragioni che hanno indotto due politici a incontrare un arrestato prima dell'udienza di convalida».

Anche in Procura la cosa non è piaciuta. Nei corridoi di piazza Dante la visita viene definita poco conveniente: «I politici hanno tutto il diritto di sincerarsi delle condizioni dei detenuti, ma che intervengano colloqui prima che lo stesso detenuto sia sentito dal giudice non appare opportuno».

L'interrogatorio Luigi Martinelli - l'ex imprenditore che giovedì ha assaltato la sede dell'Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia - è durato circa un'ora e mezza. Il pm ha chiesto la convalida dell'arresto e la conferma della misura cautelare in carcere, il gip si è riservato di decidere e un'ora dopo è arrivata la notizia della convalida dell'arresto con la misura cautelare in carcere.

L'avvocato Stefano Paganelli, legale del sequestratore, aveva chiesto la scarcerazione del suo assistito o in alternativa il carcere domiciliare a casa del fratello. Ma il gip non ha accettato.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 6 maggio

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