Basta stress: si licenziano
e partono per il giro del mondo

di Marco Sanfilippo
Lui è un bergamasco che si è licenziato a marzo dalla Tenaris, lei è una danese che ha abbandonato la Maersk Oil. Si sono conosciuti a fine 2009: a giugno daranno un calcio a cravatte, tailleur, al Blackberry sempre acceso. Via per due anni in giro per il mondo.

di Marco Sanfilippo
Lui è un bergamasco che si è licenziato a marzo dalla Tenaris, lei è una danese che ha abbandonato la Maersk Oil. Si sono conosciuti a fine 2009 in Kazakistan, sulle montagne del Tien Shan in un'escursione, la convivenza ad Almaty, il matrimonio nello scorso settembre a Bergamo e a giugno daranno un calcio a cravatte, tailleur, al Blackberry sempre acceso e a un lavoro ormai stressante per entrare in un nuova dimensione: due anni in giro per il mondo con un fuoristrada per scalare montagne e vivere la natura nella sua versione più selvaggia.

Un «Into the wild» non estremo come nel film, ma il concetto di base è lo stesso. E l'idea non è quella di staccare a tempo determinato, il progetto è di creare le premesse per un radicale cambiamento di vita. In un momento di crisi economica, di cassa integrazione e di sicurezze che svaniscono, una scelta controcorrente che chi legge può interpretare come vuole, può entusiasmarsi o criticare, ma che per i due è stata la più naturale possibile. «Premetto - racconta Marco Ponti, 39enne, laureato in Economia e commercio ed ex dirigente del reparto commerciale della Tenaris - che io e Malene non ci siamo licenziati perché delusi dal nostro lavoro. Al contrario, le nostre aziende ci hanno gratificato moltissimo. La decisione è nata sia da un motivo di ordine pratico, quello di riunirsi, perché dopo il matrimonio io ero volato di nuovo in Kazakistan, lei era rientrata a Copenaghen, sia dal desiderio di vivere insieme un'avventura nella natura, sentire il selvaggio che c'è, e di dedicare il tempo a noi stessi. Io per più di dieci anni sono stato in Argentina, Scozia, Norvegia, Russia e Kazakistan a vendere tubi per il petrolio e il lavoro era diventato eccessivamente stressante, sempre con il telefonino in mano, e-mail, riunioni, videoconferenze, clienti, l'incubo della reperibilità.

Idem per Malene, geologa per la Maersk Oil, che ha lavorato in Qatar, Turkmenistan e Kazakistan. È stata lei a proporre l'idea dello staccare, che non è scappare, del giro del mondo, ma ha sfondato una porta aperta. Siamo nel mezzo del cammin di nostra vita, la prima metà l'abbiamo vissuta per il business, il nostro obiettivo è di vivere la seconda metà nel modo che più ci elettrizza e stimola». Staccare proprio in un momento come quello attuale. Non è stato proprio un caso. «Beh, è innegabile che i problemi economici, politici e sociali che stanno minando l'Italia e il mondo occidentale ci abbiano dato una spintarella. Il nostro intendimento è di andare controcorrente, di vivere un'esperienza al di fuori di schemi precostituiti. E magari, per ricollegarsi ancora alla crisi, di rischiare in un momento in cui tutti tentano di tenersi strette certezze che sono assolutamente fondamentali, ma anche effimere in una visione più globale dell'esistenza umana». Marco e Malene avevano già le idee chiare, ma uno scrittore, giornalista e viaggiatore ha regalato loro un'ispirazione speciale. «Sì, alla nostra decisione ha contribuito Davide Sapienza che, in una serata, ha parlato delle prime esplorazioni al Polo Sud di Robert Falcon Scott e Fridtjof Nansen. La volontà di scoprire l'altrove di inglesi e norvegesi ha contagiato il nostro spirito orientandolo verso il bisogno del selvaggio». Blackberry e natura selvaggia sono le parole che più ricorrono nel racconto di Marco e che rappresentano il passato e il futuro. La tecnologia continuerà a essere indispensabile in viaggio, ma sarà utilizzata per scopi decisamente più intriganti. Esaurito l'argomento motivazioni, eccoci al raid, organizzato in due mesi (documenti, vaccinazioni, strumenti elettronici, allestimento del fuoristrada e minicorso di meccanica), e per il quale è previsto un budget di 150 mila euro, ovvero un euro al km considerato che le previsioni parlano di un totale di 150 mila km. «Lavorando in angoli sperduti del mondo, ho guadagnato bene e così ho risparmiato qualcosa che mi consente di realizzare il mio sogno senza remore».

Il loro fuoristrada, soprannominato Frida (da Frida Kahlo, personaggio preferito) è un Land Rover Defender 110 equipaggiato di cucina e di tenda sul tetto, il che consentirà ai due avventurieri di vivere costantemente a contatto con la natura. Partenza l'1 giugno da Montreal e percorso che si snoderà attraverso Canada, Stati Uniti, America centrale, Sudamerica, Australia, Giappone, Russia con rientro in Italia dall'Est Europa. Marco e Malene hanno già scalato molte vette (Monte Bianco, Cervino, Fuji in Giappone, Cerro Solo nella Patagonia argentina, Peak Talgar e Peak Pogrebietskovo nella catena del Tien Shan) e tenteranno di conquistare le cime più alte di ogni continente (tra le principali Aconcagua in Argentina, Huascaran in Perù e Helbrus in Russia). E tra due anni? «L'idea è di dedicare il nostro futuro a un'attività legata all'avventura e alla natura, magari potrebbero essere due bed and breakfast, in Argentina e in Italia. O magari lavoreremo due, tre anni in Groenlandia e tenteremo di attraversare con gli sci la calotta glaciale da sud a nord, circa 2.300 km, per arrivare al Polo Nord». Per essere sempre in contatto con Marco e Malene potete collegarvi al loro sito www.whereistheyak.com (pure con versione in lingua italiana). Anche L'Eco di Bergamo e la versione web del giornale racconteranno l'avventura con articoli, fotografie e video.

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