Lega: Salvini eletto segretario
Invernizzi è uno dei due vice

Matteo Salvini è stato nominato segretario della Lega Lombarda. È stato eletto, sabato 2 giugno, durante il congresso al PalaCreberg. Per Salvini ci sono stati 403 voti, per il suo avversario, Cesarino Monti, 129 preferenze. Cristian Invernizzi uno dei due vice.

Matteo Salvini è stato nominato segretario della Lega Lombarda. È stato eletto, sabato 2 giugno, durante il congresso al PalaCreberg. Per Salvini ci sono stati 403 voti, nettamente distanziato il suo avversario, Cesarino Monti, che ha conquistato 129 preferenze. I votanti sono stati 544 (su 577 aventi diritto).

«Non ha vinto uno, ma ha vinto la squadra dei 544 delegati», ha esordito il neosegretario dal palco. Salvini era attorniato dai segretari provinciali lombardi e ha invitato tutti a ripartire con «spirito costruttivo», perché in questo momento «c'è poco da parlare e tanto da lavorare». Sul palco anche l'ormai ex segretario Giancarlo Giorgetti, che come Salvini ha raccolto calorosi applausi dalla platea.

Appena eletto segretario della Lega Lombarda, una delle prime cose che ha detto Salvini è suggerire a Roberto Formigoni di «mollare Expo perché la regione Lombardia ha bisogno di un impegno costante 24 ore su 24». Al momento non ha in programma un incontro con il presidente della Regione. «Penso abbia tanti impegni - ha commentato -, ma se chiamerà ovviamente».

Anche sulla mozione di sfiducia che il centrosinistra ha presentato contro il governatore, Salvini ha evitato di dire quale saranno le indicazioni di voto. Ha sottolineato che parlerà con i consiglieri regionali e si guarderà «cosa abbiamo portato a casa e cosa vogliamo portare a casa nell'interesse dei lombardi».

Salvini ha voluto ringraziare e assicurare che «ci sarà spazio per tanta gente». «Se sono qui - ha continuato - è grazie a Umberto Bossi e spero di non leggere più le menate su bossiani e antibossiani. Grazie a Calderoli e grazie a Bobo Maroni perché l'onore e l'onere che mi sta capitando sulle spalle non è roba da poco». Salvini ha spiegato che questa «sarà la Lega di Maroni e Bossi e soprattutto dei militanti», che nella sola Lombardia, ha ricordato, sono 10 mila.

Sono Cristian Invernizzi, assessore alla Sicurezza di Bergamo e segretario provinciale del Carroccio, e Stefano Borghesi, consigliere provinciale di Brescia, i primi due vicesegretari della Lega Lombarda. Entrambi sono nati nel 1977, e hanno quindi meno di 40 anni come il neo eletto segretario.

Salvini ha annunciato che con la sua elezione a segretario lascerà l'incarico di consigliere comunale a Milano. «Non è un addio - ha comunque promesso -, ma un arrivederci, magari come sindaco. Continuerò ad essere presente nei quartieri e ad ascoltare i milanesi».

Il racconto della giornata ora per ora
Dopo che venerdì si era aperto l'ottavo Congresso nazionale della Lega, sabato i lavori al PalaCreberg di Bergamo sono continuati con gli interventi dei triumviri Maroni, Calderoli e Del Lago. A seguire Umberto Bossi e il segretario nazionale eletto.

Tra i primi ad arrivare al PalaCreberg è Calderoli che parla di «punto di ripartenza»: «Si sta concludendo la stagione dei congressi - ha spiegato -. A fine mese ci sarà quello federale e per me è un punto di ripartenza: ora programma politico, analisi e proposte». Calderoli ha detto che avrebbe preferito candidature unitarie «però da noi si vota - ha aggiunto - è democrazia. Vinca il migliore».

Sul palco il primo a salire è stato Roberto Maroni, che è tornato a ripetere la contrarietà della Lega alle celebrazioni del 2 giugno, visto il terremoto che ha colpito l'Emilia e parte della Lombardia. «Non partecipiamo alle celebrazioni - ha spiegato - perché queste feste, questi buffet, dovevano essere tutti cancellati per dare un aiuto concreto alle popolazioni colpite dal terremoto».

Maroni ha definito «inopportuno festeggiare un evento mentre c'è gente che soffre, gente che è morta, gente che ha perso tutto e l'aiuto dello Stato poteva essere e deve essere molto più concreto che celebrare una festa facendo buffet e buttando soldi nel cesso».

«Mi pare che sia Berlusconi che comanda nel Pdl e che questa non è una buona notizia» ha detto poi Maroni commentando le parole dell'ex premier. «Tutti si aspettavano un rinnovamento, un cambio di leadership - ha aggiunto a margine del congresso della Lega lombarda - Queste erano le premesse ma c'è la politica dell'elastico, un pò avanti un po' indietro, che crea confusione. Comunque - ha concluso - non è una cosa che mi preoccupa particolarmente. Il tema delle alleanze non è all'ordine del giorno».

Poi ha sottolineato: «Il nemico è fuori, gli avversari sono fuori. Noi ritroviamo l'unità di tutti i militanti. Da oggi si parte, si può ripartire. Vediamo se ci saranno le condizioni. L'ambizione e il sogno - ha concluso - è quella di diventare il primo partito del Nord prima delle elezioni politiche».

Sulla questione Imu, Maroni ha proposto «una grande manifestazione con i sindaci e i militanti domenica 17 giugno, il giorno prima che si paghi: dobbiamo iniziare la protesta fiscale - ha detto -, i nostri sindaci devono restituire la fascia tricolore in prefettura se necessario».

Infine ha terminato il suo intervento con un raffronto tra la Lega e l'Emilia: «È arrivato il tempo di elaborare il lutto - ha concluso Maroni -, basta piangerci addosso, dobbiamo decidere che cosa fare da qui in avanti per vincere la battaglia storica iniziata tanti tanti anni fa. Anche noi siamo stati terremotati - riferendosi ai recenti scandali -, ma noi siamo abituati a ripartire e a ricostruire dalle macerie».

Sul palco è salito anche Umberto Bossi che ha ribadito la sua intenzione di continuare in politica: «È vietato andare in pensione per chi ha dimostrato capacità - ha detto -: così starò qui io, a lavorare» rivolgendosi al segretario uscente Giancarlo Giorgetti.

Poi il senatur ha ribadito la sua convinzione che le inchieste giudiziarie sui conti del Carroccio siano state organizzate: «Tutto organizzato? Bene - ha spiegato -, noi ci mobilitiamo contro gli organizzatori delle malefatte. La Padania guarda avanti, non ci fermeranno» ha detto come slogan, ribadendo che il centralismo vede la Lega come un nemico e quindi «lo Stato non ci mette i tappeti rossi - ha detto rivolto ai militanti - ci manda i magistrati: che cosa vi aspettavate? Ma non ci possono togliere la voglia libertà se è salva quella è salvo tutto, si possono anche perdere voti».

Poi ha concluso con un accenno sulla votazione del nuovo segretario: «Ognuno vota come vuole, l'importante è che, chiunque venga eletto, poi si chiuda tutto». evidenziando così di non voler dare sostegno personale né a Matteo Salvini né a Cesarino Monti, i due candidati alla successione di Giancarlo Giorgetti.

Entrambi i candidati hanno esposto il proprio programma politico: il primo, con tono polemico, è stato Monti: è infatti bastato che facesse un accenno contestatorio alla presenza dei leghisti in tv - per contestare l'avversario Salvini, spesso ospite in diverse trasmissioni - che è partita una selva di fischi e contestazioni al punto che dal palco si è rivolto a Matteo Salvini dicendogli: «Calma le tue frange».

«Per me il capo - ha detto - sarà sempre Umberto Bossi. Se ci sarà un altro segretario mi metterò a disposizione». Monti, che è malato, ha aggiunto di essere meno preoccupato per la propria salute che per la Lega che «non so se riuscirà a combattere il cancro entrato nel partito che non sono Maroni o Salvini ma quelli che sono entrati per avere dei posti».

Non è mancato un accenno polemico sul congresso. Il senatore ha detto di essere stato boicottato: «Sulla Padania di oggi - ha commentato - ci sono due pagine sul congresso e il mio nome non c'è mai». E quando il suo tempo è giunto alla fine, ha rincarato: «Mi avete oscurato dappertutto sulle radio, sulle tv - ha proseguito -, fatemi almeno parlare».

Dopo Cesarino Monti, l'avversario Salvini: «Se avete la follia di eleggermi segretario - si è autopromosso - mi dimetto da consigliere comunale, anche se lo faccio con la morte nel cuore. Il mio sarà un programma soprattutto organizzativo - ha avvertito - perchè il segretario deve essere soprattutto un organizzatore».

Salvini ha spiegato, dopo le parole polemiche del suo avversario Cesarino Monti, la sua presenza in tv dicendo che è «per difendere la Lega e Umberto Bossi». E ha sottolineato che il congresso è la sede giusta per «scazzarsi, ma da domani basta» chi, al di fuori delle sezioni, parla male di qualcuno in tv, sui giornali o sui social network «è fuori, comunque si chiami. Io - ha concluso - sono maroniano, bossiano, leghista».

Salvini non si è risparmiato nei commenti, con una stilettata anche nei confronti di Roberto Formigoni: «Gli faccio un appello - ha detto -: al posto di andare in vacanza ai Caraibi, vada sul Lago di Como e ci risparmi qualche figura di palta». Un riferimento implicito alle polemiche sulle vacanze del governatore: «Formigoni, se ci sei - ha concluso l'europarlamentare leghista - fai il lombardo anche nelle vacanze». Poi si è votato e il risultato è in apertura di articolo.

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