Si tuffano e rischiano di annegare
Salvati in extremis a Fara d'Adda

Se la sono vista brutta due marocchini di 19 e 22 anni tuffatisi nell'Adda, a Fara Gera, che hanno rischiato di annegare, quando si sono trovati stremati dalle forze al centro del fiume. Per fortuna in loro soccorso sono giunti i sommozzatori volontari di Treviglio.

Se la sono vista brutta i due marocchini di 19 e 22 anni che, domenica pomeriggio, si sono tuffati nell'Adda, a Fara Gera, e hanno rischiato di annegare dopo circa un quarto d'ora, quando si sono trovati stremati dalle forze al centro del fiume. Per fortuna in loro soccorso sono giunti i sommozzatori volontari di Treviglio, che in questo periodo monitorano quel tratto di fiume durante i fine settimana. Tutto è cominciato attorno alle 16,30, quando i due – residenti nel Milanese – si sono tuffati all'altezza della «lingua» che separa l'Adda dal vicino canale.

I due ragazzi si sono lasciati trascinare dalla corrente, fino a finire al centro del fiume, dove hanno cominciato a trovarsi in difficoltà dopo un quarto d'ora. Hanno così cominciato a gridare, attirando l'attenzione dell'equipaggio di un battello turistico che stava passando. Il personale ha lanciato in acqua due salvagenti: il diciannovenne è riuscito ad afferrare la ciambella ed è stato tratto in salvo sull'imbarcazione.

Il suo connazionale non ce l'ha fatta ed è rimasto in balia della corrente. Dalla riva è partita la squadra dei sommozzatori volontari di Treviglio, che hanno a disposizione un canotto fisso, sempre presente in acqua: in pochi attimi un sub si è immerso nell'Adda e ha raggiunto il ventiduenne, afferrandolo e portandolo verso la vicina imbarcazione, dove è stato poi fatto salire.

I due marocchini, spaventati per l'accaduto ma di fatto illesi, sono stati poi portati a riva. Non si è reso necessario il trasporto all'ospedale. Nonostante il divieto di balneazione nell'Adda, sono tanti i giovani che si tuffano in quel tratto del fiume. I sommozzatori volontari di Treviglio sono una presenza costante, da giugno a settembre, sulla sponda dell'Adda, ma il loro servizio è di soccorso e non possono impedire fisicamente ai bagnanti di gettarsi in acqua.

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