Laboratorio dei prezzi in città
I consumatori sul piede di guerra

Sul piede di guerra Adiconsum e Federconsumatori in merito alle dichiarazioni di Ascom e Confesercenti sull'attività svolta dal «Laboratorio per il contenimento dei prezzi». Tutto spiegato in un documento dettagliato.

Sul piede di guerra Adiconsum e Federconsumatori in merito alle dichiarazioni di Ascom e Confesercenti sull'attività svolta dal «Laboratorio per il contenimento dei prezzi». «Verrebbe da chiedersi che film abbiano visto - commentano le associazione dei consumatori -. Per non restare sul vago Federconsumatori ed Adiconsum hanno redatto un documento, che si allega, dove si elenca quanto fatto e, soprattutto quanto non fatto».

«L'abbandono da parte di Adiconsum e Federconsumatori del tavolo del Laboratorio per il contenimento dei prezzi, istituito dal Comune di Bergamo, che viene presentato dall'assessore al Commercio, che ne è il presidente, come un incomprensibile atteggiamento polemico, è invece la conclusione di una vicenda che riguarda il funzionamento del tavolo e, in ultima analisi la sua utilità - spiegano le associazioni dei consumatori -. Costituito con delibera del sindaco nel gennaio 2011, il Laboratorio ha svolto una serie di riunioni nel corso dello scorso anno per poi arenarsi per otto mesi , mentre restavano inattuate due proposte di borse della spesa: di prodotti ortofrutticoli e di prodotti da forno con modalità di sconto sui prezzi, messe a punto dalle associazioni di categoria dei commercianti e che avrebbero dovuto prendere l'avvio nell'autunno. Se quelle proposte non sono state attuate, nonostante la condivisione espressa anche dalle associazioni dei consumatori, la responsabilità è dei commercianti che non hanno ritenuto di aderirvi».

«Vedremo nelle prossime settimane l'esito di una riproposta campagna di borsa della spesa per i prodotti da forno a cui saranno praticati sconti in un giorno della settimana - continuano le associazioni -. Far apparire che le associazioni dei consumatori non condividano queste proposte è del tutto falso e, al contrario, cerca di nascondere non solo la responsabilità vera dei ritardi che, se possono essere recuperati per quell'iniziativa, lasciano del tutto scoperto il tempo perduto per altre iniziative che l'assessore continua ad escludere dalla competenza del Laboratorio. Detto questo, la partecipazione delle associazioni dei consumatori, in specie di Adiconsum e Federconsumatori è sempre stata assidua e costruttiva certo nel sostegno di proposte che erano ritenute utili per rendere efficace l'attività del Laboratorio che si ponesse l'obiettivo di contenere i prezzi e di individuare le cause che fanno di Bergamo, in alcuni settori merceologici la città più cara della Lombardia».

«Qui ci siamo scontrati con l'opinione dell'assessore e con la decisione sistematica di impedire ogni discussione e quindi ogni proposta conseguente rispetto ai dati congiunturali dell'andamento dei prezzi e le possibili azioni conseguenti; in altre parole si è voluto circoscrivere l'operato del Laboratorio alla disponibilità dei commercianti escludendo ogni azione di analisi e controllo della dinamica dei prezzi. Si spiega così non solo che non si sia potuto discutere di una iniziativa di ampliamento dei mercati del contadino in città, ma che non si sia voluto consentire un approfondimento della proposta di rilevazione giornaliera dei prezzi delle benzine alla pompa praticati dai punti di rifornimento in città e la informazione ai cittadini, con la giustificazione della scarsità di risorse economiche. Tanto più dopo che alcune compagnie hanno deciso di praticare forti sconti (20 centesimi di euro al litro) sul prezzo dei carburanti in modalità “Iperself” durante i fine settimana. Pensiamo che tali iniziative debbano essere pubblicizzate come informazione utile ai cittadini. Allo stesso modo non ha avuto seguito un interessante confronto avviato con la Camera di Commercio per comparare i dati dei prezzi al consumo di Begamo con quelli della Lombardia ch evidenziava la necessità di una verifica delle metodologie praticate nella rilevazione dei prezzi; nell'evoluzione della rete di distribuzione commerciale nella città di Bergamo e nell'hinterland; l'approfondimento dell'indagine sui fattori più rilevanti che possono incidere sui divari territoriali dei prezzi al consumo, tra questi: i valori immobiliari e l'incidenza del costo degli affitti; il peso dei prezzi e delle tariffe dei servizi pubblici locali. Se si consideri che non è consentito in sede di Laboratorio discutere della variazione dei prezzi al consumo, neppure dell'andamento dei prezzi del cosidetto «panierino» che contiene i prodotti di più largo consumo che incidono sulle famiglie bergamasche, si rende evidente come ciò renda del tutto marginale il ruolo delle associazioni consumeristiche in tale organismo».

«Ecco - conclude il documento - perché riteniamo necessario la modifica del regolamento istitutivo del Laboratorio, per come viene gestito dall'assessore che lo presiede, per consentire che il Laboratorio possa essere un luogo in cui sia possibile dare un contributo per la difesa del cittadino consumatore-utente nella particolare situazione dei consumi in atto, ma anche per intervenire sui processi economici che dovrebbero portarci fuori dalla crisi. Ciò non si può fare senza disturbare alcuna categoria degli operatori economici come , forse, vuole l'assessore al commercio. Se invece si vuole continuare sulla falsariga di quanto sinora fatto, lasciamo senza rimpianto quel tavolo dove si accettano le politiche dei prezzi praticate quotidianamente da produttori e venditori, anche su prodotti di prima necessità quale è il pane».

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