Smog, non bastano misure locali:
«Archiviare le accuse a Formigoni»

La Procura di Milano, nell'ambito dell'inchiesta sui livelli di smog nel capoluogo lombardo, ha chiesto l'archiviazione delle accuse per il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, per il presidente della Provincia di Milano e altri.

La Procura di Milano, nell'ambito dell'inchiesta sui livelli di smog nel capoluogo lombardo, ha chiesto l'archiviazione delle accuse per il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, per il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, per il suo predecessore Filippo Penati e per l'ex sindaco di Milano, Letizia Moratti. Erano accusati, in particolare, di omissione di atti d'ufficio.

La situazione dello smog a Milano è preoccupante e non possono bastare misure in ambito locale, le quali, sebbene siano state prese senza alcuna "omissione", non bastano, poichè occorre un piano a livello nazionale, se non "sovranazionale". È con queste motivazioni che il pm di Milano, Alessandra Cecchelli, ha chiesto l'archiviazione.

L'inchiesta, con al centro l'inquinamento atmosferico nel capoluogo lombardo e le accuse di omissione in atti d'ufficio e di emissioni pericolose a carico dei cinque amministratori pubblici, era nata quasi cinque anni fa, nel 2007, a seguito di un esposto del Codacons, e nel 2009 i cinque nomi dei politici erano stati iscritti nel registro degli indagati.

Nel chiedere l'archiviazione - richiesta di cui ha dato comunicazione il procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati - il pm si è basato su una consulenza firmata da tre esperti. Nella perizia viene sottolineato come la "Pianura Padana" abbia più "difficoltà" rispetto ad altre macro-regioni europee per quanto riguarda l'accumulo del pm10 e quindi sotto il profilo dell'inquinamento, a causa delle modalità di insediamento urbano e della distribuzione delle industrie sul territorio.

Secondo i periti, Milano e la Lombardia sono in una situazione paragonabile "all'Olanda e al Belgio". Per questo motivo anche i provvedimenti locali sulle "restrizioni del traffico", come l'Ecopass e l'Area C, possono portare soltanto, stando alla richiesta di archiviazione, a "modeste riduzioni" dei livelli di smog. Servirebbero, invece, "iniziative a livello nazionale o sovranazionale", data la situazione "importante di criticità".

I comuni, la Regione e la Provincia e i loro amministratori (Formigoni, Podestà, Penati, Moratti e Vitali) hanno, secondo la Procura, adottato "azioni positive", come piani energetici, di metanizzazione e di mobilità, per risolvere il problema smog. Dunque, nessuna omissione in atti d'ufficio ("non emergono condotte indebite di omissione o rifiuto", scrive il pm), nell'ambito della discrezionalità dei provvedimenti che gli amministratori possono prendere.

Il punto, però, è che "nessun provvedimento" di questo genere può abbattere l'inquinamento. L'inchiesta, andata avanti per quasi cinque anni, era già passata per una prima richiesta di archiviazione nel giugno 2009, ma il gip all'epoca aveva ordinato ulteriori accertamenti per andare a verificare quali provvedimenti di contrasto allo smog avessero preso i politici. Lo scorso gennaio, infine, il gip di Milano, Maria Vicidomini, aveva rigettato anche una richiesta di ulteriore proroga delle indagini avanzata dalla Procura, ordinando al pm di prendere una decisione. Da qui la richiesta di archiviazione.

"Soddisfazione per il riconoscimento di quanto fatto fino ad ora e nuovo stimolo per continuare nelle azioni anti-smog". Così l'assessore regionale all'Ambiente, Energia e Reti, Marcello Raimondi, commenta la richiesta della Procura di Milano di archiviare le accuse a carico del presidente Formigoni e di altri riguardo l'inquinamento atmosferico. "La Procura riconosce lo sforzo continuo e importante della Regione nella lotta allo smog - aggiunge Raimondi - nonostante condizioni meteo-climatiche avverse. Viene ribadito anche un altro, importante concetto e cioè che non esistono misure locali che, da sole, possano garantire un rispetto dei limiti imposti dall'Unione Europea. Non esiste cioè la bacchetta magica". "Si riconosce inoltre - conclude Raimondi - l'esigenza di un piano nazionale e di un coordinamento e sostegno sovranazionale, che è quello che noi abbiamo appena chiesto al Commissario Europeo Potocnick nell'incontro tenutosi pochi giorni fa a Bruxelles in cui abbiamo discusso anche delle strategie future su importanti inquinanti come diesel e biomasse".

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