La moto medica in gara
Primo progetto in Europa

Una «moto medica», con kit di rianimazione e Gps, in grado di spostarsi su tutti i tipi di terreno per prestare soccorsi immediati ai piloti in gara o agli spettatori. Il mezzo speciale ha debuttato nei giorni scorsi a Vallelunga (Roma).

Una «moto medica», con kit di rianimazione e Gps, in grado di spostarsi su tutti i tipi di terreno per prestare soccorsi immediati ai piloti in gara o agli spettatori. Il mezzo speciale ha debuttato nei giorni scorsi a Vallelunga (Roma), in occasione della quinta prova del Campionato di regolarità di moto d'epoca, ed è il risultato di un progetto nato tra Bergamo e Lecco: l'idea di attrezzare una motocicletta con un kit di soccorso avanzato, infatti, è venuta alla sezione «Fulvio Norelli» del Moto club Bergamo e al Moto club Valsassina.

Bergamasco anche il primo medico in sella alla super moto: a Vallelunga c'era il dottor Ivano Tiraboschi, anestesista degli Ospedali Riuniti. La moto, una maneggevole Hm Locusta 200, è dotata di un particolare zaino salvavita che contiene tutti i presidi necessari per il pronto soccorso, la rianimazione cardiopolmonare e l'assistenza respiratoria. C'è anche un sistema Gps per localizzare la zona dell'intervento e, a breve, arriverà anche un defibrillatore Dae.

«Il progetto - spiega Franco Mazzoleni, socio della sezione Norelli e membro della Commissione moto d'epoca Federmoto - è partito ai primi di giugno, dopo la morte del pilota Paolo Bresolini durante una gara in Valsassina». Il concorrente trevigiano era stato colpito da un malore improvviso mentre percorreva un sentiero nel bosco.

«Con il Moto club Valsassina - prosegue Mazzoleni - ci siamo chiesti come poter assicurare soccorsi immediati anche nei punti più difficili da raggiungere per i mezzi tradizionali: tenuto conto che in certe situazioni anche pochi minuti possono fare la differenza, una moto attrezzata ci è sembrata una buona idea. Dopo il test a Vallelunga la porteremo anche in altre gare, ma sarebbe bello anche renderla disponibile fuori gara, per esempio per i soccorsi in montagna».

«È il primo progetto simile in Europa - evidenzia Massimo Sironi, rappresentante dell'Unione europea motociclisti e consigliere storico del Moto club Bergamo - e probabilmente farà scuola».

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