Cinque uffici postali Bg a rischio
Lotta contro la riorganizzazione

Al via iniziative di lotta in tutta la regione contro la riorganizzazione di Poste Lombardia, che prevede la chiusura definitiva di 82 uffici postali. La Cisl di Bergamo teme per la sorte delle Poste di Colere, Crespi d'Adda, Lizzola, Cavernago e Gorno.

Al via iniziative di lotta in tutta la regione contro la riorganizzazione di Poste Lombardia, che prevede la chiusura definitiva di 82 uffici postali, l'apertura a singhiozzo di altri 600 e 1.000 esuberi nel recapito breve da qui a fine anno. Lo annuncia il sindacato delle Poste Cisl della Lombardia, denunciando che quotidianamente decine di uffici postali vengono chiusi, senza nessun preavviso alla cittadinanza, per mancanza di personale o semplicemente per far frequentare corsi di formazione al poco personale presente.

«Ormai l'obiettivo fisso dell'amministratore delegato di Poste è tagliare i costi senza preoccuparsi delle conseguenze sui lavoratori e dell'impatto sui servizi di cui sarà privata la collettività», afferma Giuseppe Marinaccio, segretario generale Slp Cisl Lombardia.

Gabriella Tancredi, segretario generale di Slp Cisl Bergamo, interviene sulla vicenda, dichiarando che: «Oggi l'azienda presenta un ulteriore piano di razionalizzazione sostenendo l'improduttività finanziario-economica dei piccoli uffici delle valli (nello specifico stiamo parlando dell'ufficio postale di Colere, Crespi d'Adda, Lizzola, Cavernago e Gorno). A dimostrazione di questo presenta anche dati precisi che a sua dire dimostrano "l'improduttività" degli uffici».

«A nostro parere, senza nulla togliere alla veridicità dei dati presentati, l'azienda sta omettendo il dato più rilevante ed importante, che è in fondo la ragione vera sottostante a tali iniziative , la carenza di personale. Infatti la collettività tutta si è ormai accorta di quale difficoltà devono affrontare gli addetti di Poste Italiane applicati negli oltre 200 uffici della provincia, che fra un blocco e l'altro del sistema elettronico degli sportelli ( che capita sempre nelle giornate cruciali di maggior lavoro), devono anche lavorare in condizioni difficili dovendo sopperire ad una ormai cronica carenza di personale».

«Il rischio che, di fronte a questo piano di riorganizzazione, si corre è che il disagio non si limiti al periodo estivo ma diventi definitivo per tutto l'anno e quelli a venire. La cosa che la Cisl è che con questo nuovo piano di riorganizzazione si depaupera ancor più il territorio col rischio di dare una mano, non sappiamo più dire se inconsapevole o meno, all'impoverimento delle nostre valli, dalle quali ormai fuggono i giovani ed il lavoro in tutte le sue forme per un'infinità di ragioni».

«La trattativa regionale su questo piano di riorganizzazione è attualmente in corso e si snoderà ancora nei prossimi giorni anche se non sembra ad oggi che vi possano essere spazi di mediazione e pertanto le OO.SS da subito si attiveranno per la mobilitazione dell'intera categoria ed il coinvolgimento diretto di tutte le istituzioni sensibili ai problemi della collettività».

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