Incendio del treno, un sospettato
Caccia a un clochard della stazione

Svolta nelle indagini sull'incendio doloso che a metà giugno ha distrutto cinque carrozze di un treno fermo in stazione per la notte. Le indagini condotte dalla polizia ferroviaria e dalla Digos della questura avrebbero infatti portato a individuare un sospettato.

Svolta nelle indagini sull'incendio doloso che a metà giugno ha distrutto cinque carrozze di un treno fermo in stazione per la notte. Le indagini condotte dalla polizia ferroviaria e dalla Digos della questura avrebbero infatti portato a individuare un sospettato: per lui sarebbe già pronto un mandato di cattura. Gli agenti ora lo stanno cercando, in particolare nella zona della stazione ferroviaria, delle Autolinee e nei luoghi frequentati dai clochard. Si tratterebbe infatti di un quarantenne bergamasco senza fissa dimora.

Alcuni detective in borghese da qualche giorno stanno circolando dalle parti della stazione, facendo domande su dove il sospettato possa trovarsi. Ad alcuni commercianti e frequentatori dell'area sarebbe anche stata mostrata una sua fotografia. Si tratterebbe di un soggetto bergamasco, già schedato, con problemi di alcolismo, che circola abitualmente fra piazzale Marconi e piazzale degli Alpini e che fino a pochi giorni fa bazzicava ancora in zona.

Secondo gli investigatori, sarebbe stato lui nella notte fra il 13 e il 14 giugno ad appiccare il fuoco sul treno, provocando un incendio di vaste proporzioni, che ha distrutto cinque carrozze e provocato danni considerevoli, stimati dalla società Trenord in circa un milione di euro. L'uomo, a quanto pare, avrebbe agito da solo. Quanto al movente, nessun atto terroristico, né scenari da criminalità organizzata.

Secondo indiscrezioni, gli inquirenti ricondurrebbero il rogo al gesto di ripicca di uno dei tanti senzatetto che si rifugiavano sui vagoni in stazione per passare la notte e che, puntualmente, venivano cacciati dai vigilantes con i cani, ingaggiati da Trenord proprio per proteggere i convogli di loro proprietà ed evitare che fossero trasformati in bivacchi abusivi.

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