Inquinamento nel Parco dei Colli
Moria di gamberi a Torre Boldone

Oltre 50 esemplari adulti di gambero di acqua dolce sono stati trovati morti a Torre Boldone nelle acque del torrente Rio Pedoga dagli uomini della Guardia forestale di Curno. Le guardie sono intervenute, su segnalazione di un cittadino, nei pressi di via Mirabella.

Oltre 50 esemplari adulti di gambero di acqua dolce sono stati trovati morti a Torre Boldone nelle acque del torrente Rio Pedoga dagli uomini della Guardia forestale di Curno. Le guardie sono intervenute, su segnalazione di un cittadino, nei pressi di via Mirabella, in un'area boscata all'interno del Parco regionale dei Colli di Bergamo, dove in un tratto dell'alveo del Pedoga, affluente del torrente Gardellone, hanno rinvenuto i gamberi morti e numerosi altri in stato di agonia.

Gli esemplari privi di vita sono stati consegnati all'Istituto zooprofilattico della sezione di Bergamo, per essere esaminati e scoprire la causa della morte. La Forestale di Curno sta inoltre verificando le cause che possono aver determinato questo grave episodio di degrado ambientale, probabilmente dovuto ad agenti inquinanti, dopo aver individuato una tubazione interrata i cui reflui sversano direttamente nel Rio Pedoga e hanno prelevato campioni di acqua che sono stati poi consegnati all'Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) per essere analizzati al fine di scoprire la presenza di eventuali sostanze nocive.

Si tratta di un episodio particolarmente grave, in quanto la presenza di gamberi di acqua dolce (il loro nome in zoologia è Austropotamobius pallipes) in un corso d'acqua è indice del buono stato di salute dell'ambiente idrico. Il gambero di acqua dolce infatti - che figura già negli elenchi delle specie minacciate di estinzione - è un crostaceo che vive solo nelle acque pulite, ossigenate e fresche dei torrenti e si ciba di alghe, di piante acquatiche, vermi, molluschi, larve di insetti.

È stato dichiarato vulnerabile secondo i criteri della Iucn (International union for conservation of nature and natural resources) che l'ha inserito nella sua «lista rossa», mentre l'Unione europea ha inserito il gambero di fiume autoctono tra le specie di interesse comunitario per le quali devono essere individuate zone speciali di conservazione. Tipico abitante dei torrenti prealpini, risulta oggi estremamente raro nel nostro territorio a causa di captazioni d'acqua abusive o che non garantiscono il minimo deflusso vitale.

I gamberi di acqua dolce devono inoltre sfuggire continuamente a numerosi predatori già nella fase larvale, e ora anche dall'uomo, nonostante una normativa regionale (la legge regionale numero 10 del 2008, all'articolo 3 comma 5) ne preveda la protezione assoluta e punisce i casi di violazione con una sanzione amministrativa che va da 50 a 500 euro.

Francesco Ricci

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